Misure miste, gruppi irregolari, tipi di ritmo

Dalle pagine precedenti

Misure miste, gruppi irregolari, tipi di ritmo: nelle pagine precedenti abbiamo distinto la melodia dall’armonia e dal ritmo ma abbiamo sottolineato come quest’ultimo le possa abbracciare entrambe.

Abbiamo visto che per la composizione della melodia dobbiamo impiegare anche gli elementi che contraddistinguono il ritmo (ritmo nella chitarra).

Nelle due pagine precedenti abbiamo descritto come le melodie possano seguire ritmi derivanti da formule binarie o ternarie.

Più di una formula nella misura e nel movimento

In questa sezione prenderemo in considerazione il fatto che le due formule possano convivere insieme nello stesso brano musicale e, addirittura, nella stessa misura. Ma non basta: talvolta convivono anche entro lo stesso movimento.

Misure miste

Pare ormai evidente che tali misure vengano denominate “misure miste”.

Per capire bene il significato strutturale di queste melodie occorre fare degli esempi primordiali di cui – una volta capito lo svolgimento – sarà bene in secondo tempo svilupparli per altra via dimenticandone  la configurazione qui appresso presentata.

Affermeremo quindi che per l’andamento ritmico misto occorre alternare in continuazione misure semplici e composte nei punti in cui il ritmo passa da binario a ternario e viceversa. L’esempio sotto riportato spiega il significato di tale andamento ma sarà bene sottolineare che la “Musica” non si scrive in tale maniera (ovvero cambiare sistematicamente da binario a ternario ad ogni nuova ogni misura):

due quarti e sei ottavi
modo errato di rappresentare i tempi

In questo modo appare evidente che tale configurazione ritmica, pur assai banale nella sua esecuzione, diventi alquanto complicata ed ostica per il compositore che deve creare e per il musicista che la deve leggere.

Un solo modello di misura

La cosa migliore perciò è quella di avere un solo modello di misura atto alla notazione di questo tipo di melodia. Una melodia detta “a ritmo misto”, scegliendo fra le misure semplici e quelle composte quella che rispetterà globalmente il senso ritmico del pezzo.

In tal modo ne deriva che saranno visti irregolari quei gruppi di note che non corrispondono alla regolare divisione della misura. In un pezzo, le cui misure sono binarie, saranno considerati irregolari i gruppi di note con divisione ternaria. Viceversa, in un pezzo le cui misure sono ternarie saranno considerati irregolari i gruppi di note con divisione binaria.

L’esempio sopra esposto (rigo musicale errato) può essere quindi sostituito con quelli sotto riportati, che rappresentano – in modo diverso – lo stesso brano. In questo caso, essendo in gioco soltanto quattro battute, due regolari e due irregolari, sarà molto difficile scegliere come misura di riferimento il “due quarti” o il “sei ottavi”.

Rappresentazione del 2/4 con gruppi irregolari (terzine)

Il “due quarti” con gruppi irregolari (terzine) verrà  rappresentato come nella figura sotto riportata:

tempo misto 1

Rappresentazione del 6/8 con gruppi irregolari (duine)

Il “sei ottavi” con gruppi irregolari (duine) verrà  rappresentato come nella figura sotto riportata:

tempo misto 2

Concludendo

Nel primo di questi due esempi, i gruppi irregolari (terzine) sono indicati con il 3 racchiuso in una linea curva (identica a quella della legatura) o in una parentesi quadrata (come in figura). Sono quindi considerati in eccedenza.

Nel secondo esempio i gruppi irregolari (duine) si indicano con il 2 e si considerano in diminuzione. Esistono quindi, oltre alle duine ed alle terzine, le quartine, quintine, sestine, ecc.

Riassumendo

Concludendo, si definiscono irregolari i gruppi di note che si ricavano dividendo un valore semplice e che risultano in eccedenza o in diminuzione rispetto al gruppo ricavato in modo regolare.

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