Pratica diversa dalla teoria
Esercizi di chitarra: è importante la teoria musicale ed il riconoscimento delle note e della ritmica ma, quando queste cose si mettono in pratica, molto spesso risulta eccessivamente arduo il lavoro d’apprendimento.
Occorre per questo insistere e ritornarci ancora una moltitudine di volte per acquisire pratica e disinvoltura.
Identificazione del punto di difficoltà negli esercizi di chitarra
Questo ritornare sopra gli esercizi di chitarra non deve diventare però un’ossessione. Un passaggio difficile ripetuto troppe volte porta a risultati opposti ai nostri scopi.
Il passaggio difficile va identificato in tutto il suo insieme, ne va ricercata la causa che lo rende tale avendo la volontà di capirla in tutte le sue sfaccettature.
Una volta fatto questo, cioè acquisito ed identificato completamente il giusto passaggio, si prova quattro cinque volte e non di più, senza preoccuparsi all’istante di averlo superato.
Metabolizzazione dell’esercizio
L’apprendimento ha i suoi tempi, va digerito come un normale pasto. Tenere presente che non bastano poche lezioni di chitarra!
Superare un certo numero di volte un nuovo esercizio perché non riusciamo ad eseguirlo perfettamente, significa immettere nella nostra mente un errore da apprendere. Soltanto con la presenza di un maestro che ascolta il pezzo si può insistere fino alla noia.
L’eccessiva ripetizione degli esercizi non porta a nulla di buono! Non si deve fare ed occorre rimandare lo studio al giorno successivo. Però soprassedere completamente alle difficoltà che s’incontrano e sperare che un giorno in qualche modo si risolvano da sole, significa radicare i difetti, i quali interferiranno negativamente su passaggi futuri più complessi.
Domanda a bruciapelo con risposta in fondo alla pagina: Sapresti dire se l’intervallo Re diesis/La diesis è dissonante oppure no? E quello del suo rivolto? cioè La diesis/Re diesis?
Come comportarsi con gli esercizi di chitarra
Quanto bisogna insistere sugli esercizi di chitarra? Le risposte possono essere diabolicamente contrastanti… e giuste!
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Eseguirlo pochissime volte al giorno ed i risultati saranno eccellenti.
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Più si esegue l’esercizio e più grande sarà il risultato.
Ecco! È qui che bisogna riflettere perché sono vere entrambe le risposte ma bisogna capirne le sfumature.
Innanzitutto bisogna distinguere se il novello chitarrista è seguito da un maestro oppure no.
In caso sia seguito dal maestro, il nuovo esercizio lo può eseguire tutte le volte che esso glielo chiederà, perché ogni più piccolo errore verrà immediatamente controllato e corretto.
Viceversa quando il principiante vuole intraprendere lo studio della chitarra da solo, deve stare molto attento a non assorbire gli errori, quindi deve prima capire l’esercizio nei minimi particolari e poi cercare di eseguirlo come lo spartito richiede.
Se conosce bene la musica si accorgerà di alcuni errori e cercherà quindi di correggerli. In questo caso il nuovo esercizio lo deve eseguire pochissime volte.
Una volta superate le difficoltà del brano, diventerà vera anche la seconda risposta, cioè che “più si esegue l’esercizio e più grande sarà il risultato” … ma … senza ossessione!
Quattro chiacchiere fra noi sulle difficoltà che incontriamo negli esercizi di chitarra
Bastano le suddette identificazioni delle difficoltà?
Esistono, purtroppo altri tipi difficoltà nel suonare col nostro strumento. Le stiamo incontrando tutti noi ogni giorno e, ciò che è importante, le dobbiamo affrontare con decisione! Ci sono però alcuni principianti – ma non soltanto principianti – che si scoraggiano pensando di non riuscire a superarle e quindi cercano di evitarle suonando pezzi al di sotto della loro portata.
Molto spesso fra i novelli chitarristi c’é chi pensa addirittura di essere negato perché talvolta non riesce a superare alcuni esercizi di chitarra.
Innanzitutto bisogna dare per scontato che un principiante, essendo ai primi approcci con lo strumento, non può assolutamente eseguire brani in modo perfetto.
Di fatto una cosa è certa: ogni suonatore, anche quelli che vediamo esibirsi in televisione, hanno combattuto, e stanno ancora combattendo – naturalmente in relazione ai propri virtuosismi – con le difficoltà che emergono dai loro articolatissimi esercizi di chitarra. Per tal motivo armiamoci di pazienza e cerchiamo di superarle nel modo più indicato.
Le difficoltà più comuni nella chitarra
Vediamo insieme quali sono le difficoltà più comuni che incontriamo negli esercizi di chitarra. Qui ci accorgeremo che alcune di esse dipendono essenzialmente dalla struttura fisica comune dell’essere umano.
Difficoltà nel cambio di ogni accordo
La difficoltà di cambiare accordo velocemente (o anche cambio generico di posizione per melodie), e facendo in modo che tutte le corde suonino in armonia, è comune ad ogni principiante. Alcuni credono di essere negati ma non è così: lo possono fare anche coloro che hanno le dita corte e grassottelle. Quindi niente paura e fate pratica costantemente.
È capitato a tutti, soprattutto ai primi approcci con gli esercizi di chitarra, la situazione in cui mentre facevamo sentire un pezzo perdevamo il ritmo proprio per cercare di sistemare le dita della mano sinistra sugli accordi. Questo è assolutamente normale agli inizi ma non solo: vi accorgerete che ci sono dei brani talmente difficili che fanno impazzire anche i più esperti chitarristi. Quindi non fermatevi e seguite il link “la mano sinistra nella chitarra”
Difficoltà del dito anulare della mano destra e del mignolo della mano sinistra
I chitarristi spagnoli chiamano il dito anulare della mano destra con l’espressione “el dedo torpe”, quindi coraggio! Quel dito non raggiungerà mai in nessun chitarrista la velocità delle dita indice e medio.
Per quanto riguarda il mignolo, è la struttura stessa delle mani che lo rende meno efficace di tutte le altre dita. Questo vale per tutti i chitarristi … ed è normalissimo! Fortunatamente nella chitarra classica il mignolo della mano destra non viene usato ed il problema esiste solo per quello della mano sinistra.
Il mignolo richiede maggior impegno per adeguarsi alla tastiera e, la cosa importante da tenere sempre presente, è che comunque mai riuscirà a raggiungere il livello del dito anulare.
È proprio per questa ragione che il mignolo viene utilizzato molto meno delle altre tre dita (intendere della mano sinistra) anche dai chitarristi più affermati, soprattutto nella linea melodica. Quindi avanti senza preoccupazioni!
Difficoltà dell’interruzione del suono (da corda stoppata) e legati involontari
Stoppare involontariamente una o due note di un accordo
Prendiamo in considerazione l’esempio più comune eseguendo un DO maggiore (MI-DO-MI-SOL-DO-MI). Qui tutti i principianti chitarristi ai loro primissimi approcci con gli accordi stoppano con il polpastrello del dito indice la corda del Mi cantino. Quel dito dovrebbe mantenersi isolato sulla nota Do del primo tasto della seconda corda (SI).
Naturalmente questo è un problema (io lo chiamerei problemino) che si risolve facilmente! Facilmente, sì, ma occorre accorgersi quando la corda viene invasa da un dito che involontariamente la tocca stoppandola. Il fatto è che l’accordo della chitarra è spesso composto da sei note e, se una corda viene stoppata, nessuno se ne accorge: né il suonatore principiante, tanto meno l’ascoltatore. Perciò la difficoltà sta solo nell’abituarsi a ricercare (con orecchio e sguardo) le note stoppate negli accordi!
Per quanto riguarda lo stop delle note nella melodia bisogna soltanto abituarsi a non lasciare un tasto fino a che non si passa alla nota successiva … e niente più! La cosa è spontanea e il problema sparisce sin dai primi esercizi di chitarra. Quindi prestare molta attenzione all’ascolto e abituarsi a non accettarli! Naturalmente fanno eccezione i casi quando si suonano note a scalare sulla stessa corda. Ma come vedremo in seguito, questa è un insidia per legati involontari.
Note legate involontariamente nella linea melodica
Capita spesso, anche ai suonatori più navigati, mentre eseguono le note della linea melodica, di togliere il dito da un tasto e sentire che involontariamente hanno fatto suonare la rispettiva corda a vuoto dando l’effetto di legato. Quest’ultimo non riesce ad alterare rovinosamente la musica quando la corda a vuoto in quel momento appartiene all’accordo della battuta. Se, invece, la corda a vuoto non è quella dell’accordo si sente la stonatura e la melodia va a farsi friggere. Quindi attenzione a come si mette il dito sulla corda e, soprattutto, a come si toglie da essa. Il dito deve toccare la corda il più possibile in modo perpendicolare ed essere tolto altrettanto perpendicolarmente. Ci sono anche altre situazioni insidiose in cui si sentono note legate involontarie non proprio gradite dall’orecchio. Questi casi appaiono quando si eseguono note a scalare sulla stessa corda. Per risolvere il problema impararsi a togliere le dita perpendicolarmente per non legare in modo involontario le note. Bisogna dire, però, che il legato nella chitarra è molto importante e, quando il brano lo richiede bisogna eseguirlo nella maniera più efficace possibile.
Difficoltà di non arrivare con le dita ai tasti della tastiera della chitarra
Quando assistiamo ad un concerto di chitarra vediamo le dita del suonatore scorrere con molta disinvoltura sulla tastiera del proprio strumento. Non paragonatevi mai a lui se non avete mai fatto esercizi di stretching.
È ovvio che i chitarristi abbiano un angolo di apertura delle dita abbastanza ampio da coprire i quattro tasti anche suonando in prima posizione. Gli esercizi di stretching aiutano proprio in questo senso anche a chi ha le dita più corte. Certamente chi ha le dita lunghe con pochi esercizi può arrivare a fare cose grandiose.
Per quelli con le dita corte, se persiste il problema nonostante gli esercizi di allargamento, si rende necessario agevolare le dita semplicemente spostando leggermente il polso in avanti o indietro a seconda del tasto che si deve raggiungere. Fare questo non è molto corretto ma lo può diventare cercando di trovare un compromesso tra il movimento del polso e quello delle dita. Basta non esagerare nel muovere il polso, perché la mano perde l’orientamento e diventa difficoltoso trovare le note giuste senza guardare la tastiera.
Difficoltà nel protrarre gli esercizi di chitarra per dolori alle dita
Il dolore sulla punta dei polpastrelli delle dita della mano sinistra è una cosa che ogni suonatore di chitarra conosce. Ci siamo passati tutti ma non solo, perché ci stiamo ancora passando. Quindi, da principianti o da esperti, abbiamo sempre quel problema dietro l’angolo! Infatti, anche chi ha sempre suonato la chitarra, se sta per un po’ di tempo senza suonare e riprende sovraccaricando le dita con parecchi vibrati e soprattutto “bending”, sentirà dei dolori ai polpastrelli. Fortunatamente, per lui, non saranno aggressivi come quelli del principiante e spariranno in pochi giorni.
Per chi inizia a fare gli esercizi di chitarra, il dolore sulle punta del polpastrello è inevitabile e si presenta con maggiore intensità, soprattutto nello studio della “classica”. Infatti, questa, avendo le corde con diametro più corposo investe una maggiore superficie sulla punta delle dita. L’unico modo per eliminare – ma non del tutto – il dolore è quello di non esagerare sui tempi (quelli dell’orologio, s’intende!). Tuttavia il consiglio è quello di suonare con costanza e, soprattutto, con criterio.
Difficoltà nel prendere con la mano destra la corda giusta mentre la sinistra agisce sui tasti
Agli inizi, quando si suona, si è portati a guardare la mano destra per poter pizzicare la corda giusta. Questo è normalissimo, ed è normalissimo anche per un suonatore navigato quando lo fa prima di iniziare un brano. All’inizio della canzone il suonatore deve saper dove posizionare la mano destra per poter pizzicare la corda giusta.
Il problema nasce quando il chitarrista persiste continuamente nel sincerarsi della giusta posizione di quella mano, cioè del dito che pizzica la corda. Unica cosa da fare, invece, è quella di avere fiducia in se stesso e abituarsi a non guardarla. I risultati si vedranno prestissimo perché ci si abitua in poco tempo a trovare la giusta corda senza osservarla.
Nelle melodie la mano passa generalmente da una corda a quelle ad essa vicine. Più raramente il cambio avviene tra corde lontane tra loro. Qui non si può fare a meno di guardare la mano assicurandosi che il dito pizzichi la corda giusta … ma è solo per un attimo. Poi con l’esperienza si potrà suonare anche ad occhi chiusi! Magari riaprendoli nei salti di tastiera!
Difficoltà suonare col plettro
La difficoltà nel mantenere il plettro tra le dita è una fra quelle che generalmente mette in allerta il principiante. Qui la taglio breve perché questo corso di chitarra riguarda lo studio di quella classica. Tuttavia si può apprendere qualcosa relativa al plettro seguendo il link “la posizione della mano destra del plettro”
Difficoltà fra le più generiche (bloccarsi e non riuscire ad andare avanti)
Talvolta ci si blocca sul passaggio di un esercizio, che impedisce di fatto di proseguire lo studio del brano. Questa difficoltà è assai complessa e, contenendone altre dentro se stessa, diventa complicato parlarne in questa sezione di “quattro chiacchiere fra noi”. Il consiglio è quello di iniziare seguendo i link, soprattutto quelli della pagina Indice corso di chitarra.
Difficoltà nell’eseguire l’accordo in barrè.
Il barrè. Un bel problema! Richiede una specifica tecnica ed allenamento. Tuttavia, una volta imparato nella giusta maniera – e non è assolutamente facile – il problema si dissolve automaticamente. Per la formazione giusta del barrè si segua il “il barrè nella chitarra”
Risposta alla domanda a bruciapelo: L’intervallo chiesto sopra (Re diesis – La diesis) è un intervallo di quinta giusta, quindi è perfettamente consonante. Anche il suo rivolto è consonante perché è un intervallo di quarta giusta.
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