Il color carne: il carnato nella pittura.
Quanto varia il color carne su una tela?
Non volevo assolutamente scrivere questa pagina ma sono praticamente costretto dalle numerose richieste che mi arrivano tramite e-mail.
Non so neanche da dove iniziare perché il color carne non ha una combinazione di colori, e neanche due, o tre… o quattro… o cento… o mille! il color carne ha infinite combinazioni, una più bella (o più brutta) dell’altra.
Prendete tre o quattro colori a caso dalla vostra cassettina, mescolateli senza badare alle varie percentuali ed avrete un color carne meraviglioso. Viceversa mettetevi meticolosamente ad imitare il carnato di un ritratto realizzato da Raffaello, o Leonardo (ad esempio la Gioconda) – ed aggiungo che con un po’ di pazienza potrete ben riuscire – poi segnatevi la magica formula e lasciatevela in ogni occasione di ritratto. Non perdetela! Basteranno pochi giorni per accorgervi di non aver scoperto assolutamente nulla!
Qua sotto un mio quadro microscopico, realizzato dentro il globo terrestre della moneta da due centesimi dove riproduco un dipinto di Renoir. Si notino come variano i colori dei volti a seconda delle illuminazioni ambientali.
Premessa: il color carne dipende da miriadi di cause esterne
Come già accennato in altri articoli di queste mie lezioni di pittura, nella stessa pittura come pure nella musica tutto è relativo, cioè tutto dipende dalla tonalità che si vuol dare al dipinto.
Un ritratto può essere realizzato in un ambiente esterno fortemente illuminato o in un qualsiasi altro contesto dove la fonte luminosa può essere di infinite tonalità. Ebbene! Ad ogni tonalità deve corrispondere il giusto color carne che può essere formato soltanto sul momento, in armonia con lo sfondo e naturalmente con la fonte luminosa. Perciò, se dico che il color carne è formato dal nero e bianco (in qualsiasi percentuale) asserisco una cosa esatta. Avete mai visto una foto in bianco e nero?
Nelle antiche foto in bianco e nero la morbidezza del volto si differenzia certamente da ogni altra cosa! Ritenete sia poco brutto il colore della popò! Ebbene potrebbe, in un giusto contesto di luminosità, diventare un meraviglioso color carne!
Fatta questa premessa, volendo soprassedere a quello che ho detto fin qui o far finta non averlo assolutamente detto, suggerisco assai timidamente qualche formula per formare il color carne che, se saprete inserirla in un opportuno sfondo, sarà certamente meraviglioso ….. altrimenti ….. un fiasco!
Non esistono formule magiche!
Ecco, ironicamente, la formula magica! Un tubetto di giallo Napoli tendente al rosso ed il gioco è fatto! Già, basterebbe soltanto questo!
Un altra formula magica (ma cosa mi metto a dire!) è l’impiego di alcuni colori come l’ocra gialla, bianco, un pizzico di carminio di garanza ed un pizzico di rosso inglese. Modulare più o meno il bianco e l’ocra gialla aumentando l’uno o l’altro tenendo sempre fissi i pizzichi di rosso inglese e carminio. Il colore diventa certamente gradevole ma il problema è quello delle aggiunte di colore scuro per creare le zone d’ombra nel viso.
Concludendo con il color carne
A questo punto dovete evitare assolutamente di impiegare un solo colore per scurire, ma molti altri che devono variare a seconda delle varie zone del volto. Attenzione, questi colori scuri non devono essere mescolati tutti insieme ma debbono diversificare le varie pennellate da stendere sulla tela. I colori scuri possono essere la terra d’ombra, i vari blu, verdi, rossi e altri altri ancora.
La formula più magica in assoluto è quella che viene dal nostro interno e sul momento (ECCO, CI SIAMO), in ragione del contesto su cui stiamo lavorando. Se il color carne che avete formato risulta schifoso, non correggetelo! Provate ad invertire la tonalità dello sfondo (se è scura la fate chiara e con il colore complementare dello sfondo precedente) … Avrete una sorpresa!