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Pittura e emozioni

STEFANO BUSONERO IL PITTORE CHE NON VUOLE VENDERE I SUOI QUADRI

Pittura e emozioni: ciò che è indispensabile sapere per non annoiarsi nell’arte del dipingere.

Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione

Pittura e emozioni: ogni dipinto ne dà più di una

Il quadro può descrivere tutte le sensazioni che uno scrittore riesce a raccontare con le parole. Non può succedere l’inverso!

La pittura ha una marcia in più che occorre cercarla in ogni momento e …. per sempre! Come cercarla? Da dove iniziare?

Iniziate a fare  – senza auto-ossessionarvi troppo – questo esercizio: Prendete due o tre quadri dipinti da voi e, uno alla volta, metteteveli davanti agli occhi cercando di trovarci il lato emozionale.

Il vostro dipinto dà certamente un’emozione

Rifiutatevi di pensare che nei vostri dipinti non ci sia alcuna emozione. Questa – più o meno diversa in intensità e gusto – esiste in tutte le stesure pittoriche, da quelle di Leonardo a quella del più gretto imbrattatore di tele.

Il primo lancia messaggi chiari ed armoniosi mentre l’altro, messaggi confusi e disgustose sensazioni.

Il lato emozionale è comunque presente in entrambi gli “artisti” (artisti? :-). Nella pittura è necessario configurare un punto di collegamento tra ciò che “coloristicamente” inseriamo nella tela e il fruitore del dipinto finale. Certamente le sensazioni di quest’ultimo saranno diverse da quelle che il pittore provava nella realizzazione dell’opera, ma comunque esistenti. Raramente collimano.

Il fruitore, certamente, è la persona che osserva il dipinto. Può diventare fruitore anche l’artista stesso che, dopo un po’ di tempo, se le lo pone davanti agli occhi provando magari altri tipi di emozioni. Infatti non è detto che, nel caso in cui l’artista e l’osservatore siano la stessa persona, le sensazioni coincidano. Queste variano nel tempo e dipendono anche dai nostri stati d’animo, perciò tutto diventa ancora più complicato.

Osservare razionalmente e fruire inconsciamente

Fatta la lunga premessa veniamo al dunque: il fruitore osserva le scene del vostro dipinto e “vede” figure, caseggiati, montagne, cieli ed altro. Vede la parte esteriore del vostro lavoro, ma “sente” inconsciamente messaggi derivanti dalla coloristica in una maniera che noi non ne conosciamo il meccanismo. Quest’ultimo ci è comune dai tempi delle nostre origini: un linguaggio comune a tutti, ma che varia con il nostro stato d’animo. La persona che osserva il quadro può essere di tutti i tipi, tra i quali esisterà certamente quella colta nel pensiero ma grezza nelle sensazioni, e quella del perfetto ignorante ma di animo sensibile.

Concludendo

A cosa volevo arrivare?

Come già riportato negli articoli di questo corso di Pittura, il dipinto passa per gli occhi ma arriva direttamente al cuore dell’uomo. La gente usa gli occhi per portare i messaggi al cuore. Il pittore usa gli occhi per fissare i messaggi del suo cuore sulla tela …….. che non corrisponderanno mai a quelli del fruitore  ….. anche se questi – più tardi – è lo stesso artista che li ebbe eseguiti.

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