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Pittura spontaneità: nella pittura ci vuole precisione o spontaneità?

STEFANO BUSONERO IL PITTORE CHE NON VUOLE VENDERE I SUOI QUADRI
Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione

Dipingere con precisione o dipingere con spontaneità?

Pittura spontaneità: precisione o spontaneità? Attenzione all’assoluta integralità delle due cose! Io personalmente preferisco la seconda condita, però, con un pizzico di precisione, al quale verranno aggiunte le immancabili distrazioni!

Non gettate via le varie inconsapevoli distrazioni! Nella pittura queste sono il sale della spontaneità.

Naturalmente parlo di quelle che snelliscono la composizione e la rendono “pozzo” di interminabili messaggi.

Di conseguenza ci si domanderà: “Come riconoscere gli errori benigni da quelli maligni?”

Riconoscere le belle distrazioni da quelle maligne che distruggono il dipinto

Come già ripetuto più volte in questo corso di Pittura, la cosa non è facile.

Ci sono due metodi: uno completamente sbagliato ed un altro abbastanza efficace, ma per adesso – nel descriverli – lascio a voi giudicare quale sia quello da prendere in considerazione e quello a cui tenersi ben lontani.

  1. Dopo aver campito la mia composizione, dopo aver cercato la giusta tonalità basale, la giusta prospettiva coloristica e lineare, dopo essermi fatto cullare dal dolce naufragar della mia creazione – e questo è importante – mi accingo subito a giudicare il quadro che sta per essere portato a termine. Con senso critico lo osservo in ogni sua particolarità, ispezionando zona dopo zona, immedesimandomi negli ipotetici futuri osservatori. Mi domando soprattutto se quella barca piacerà o meno a quella tale persona, a quel tale amico pittore, a quel tale professore, ecc.

  2. Dopo aver campito la mia composizione, dopo aver cercato la giusta tonalità basale, la giusta prospettiva coloristica e lineare, dopo essermi fatto cullare dal dolce naufragar della mia creazione – e questo è importante – prendo il quadro e lo sistemo in uno scaffale lontano dalla mia vista e passo ad altri lavori. Qualche giorno dopo lo rimetto sul cavalletto e, senza andare tanto nei particolari, lo guardo globalmente e spensieratamente, quasi con distacco, ed ascolto le mie emozioni. Non importa se non riesco a carpirle ma provo ad ascoltarle, sapendo di entrare, prima o poi, in una certa dimensione, probabilmente simile a quella in cui mi trovavo quando interruppi l’ultima seduta, facendomi guidare dal mio gusto personale.

Fatevi questa domanda

“Posso paragonare la mia Pittura a quella di un grande maestro?” La domanda sembrerebbe troppo azzardata, ma la risposta non è scontata perché un’opera d’arte, come abbiamo già visto, deve contenere tutte le cose. Proviamo a mettere di volta in volta a confronto ad esempio le distrazioni, gli indefiniti, le imprecisioni, le dissonanze … Queste sono anche nei grandi quadri … ma inserite con grande maestria!

Pittura spontaneità: confrontate le vostre distrazioni con quelle dei grandi maestri

Di conseguenza le prossime domande da porsi potrebbero essere le seguenti:

“Quale Pittura – sempre in riferimento ai grandi maestri – è meno spontanea della mia?” (lo diceva Edgar Degas). Io penso che alcuni quadri custoditi nei musei certamente siano meno naturali e fluidi dell’ultima tela da noi (sì, anche da voi) dipinta.

“Cosa conosco io (lo diceva Degas) del temperamento, della freschezza, della spontaneità di un dipinto?” Talvolta pensiamo soltanto ad imporci il rispetto delle regole dimenticandoci completamente di questi tre fattori essenziali.

“Ogni mio dipinto è forse il frutto di un dovizioso studio sulle varie tecniche per la strutturazione e la coloristica?” Se stiamo criticando l’esattezza di un nostro dipinto, questa domanda diventa più che pertinente perché non è detto che un dipinto per essere bello debba contenere soltanto la “precisione”.

Concludendo e facendo riferimento a Edgard Degas

“Quante volte occorre rifare o rielaborare lo stesso soggetto – paesaggio, natura morta o ritratto – affinché la mia Pittura raggiunga un ragionevole sviluppo?”

“Nella Pittura deve essere tutto ordinato?”, oppure “Nulla dovrà sembrare impresso per puro caso?”, o aggiungendo: “Neanche parlando di movimento?”

Datevi una risposta a queste domande e vi accorgerete quali delle due soluzioni è quella giusta.

Se nonostante l’aiuto pervenuto dalle vostre risposte non riusciate a capire la differenza fra le due opzioni non importa. Infatti più tardi ve ne accorgerete e più forte poi sarà la vostra determinazione! (ricordate bene la parola determinazione). Tale ragione mi spinge a non chiarire la risposta.

Altro non posso e non debbo dirvi! Anche questo è rigorosamente personale! Non permettetemi di invadere la Vostra privacy pittorica!

Non fatevi influenzare da nessuno!

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