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Testo e accordi di “Il ragazzo della via Gluck”
Spartito facile della canzone in DO (pdf)
Informazioni generiche su Il ragazzo della via Gluck
Questa canzone, scritta da Miki del Prete, la presentò Adriano Celentano per la prima volta al Festival di Sanremo del 1966 con con modesto successo.
Venne infatti eliminata nella seconda serata ma diventò subito uno fra i nostri brani più popolari, oltre che il pezzo più rappresentativo del simpatico “Molleggiato”. A tal proposito si ricorda che il testo fa evidenti riferimenti autobiografici al cantante. Via Gluck, infatti, è la via di Milano dove Celentano visse la sua giovinezza, e i “lunghi otto anni passati” rappresentano il tempo relativo ai suoi esordi discografici del 1958.
In relazione a spartito, testo e accordi di Il ragazzo della via Gluck, se non sapete fare gli accordi potete decidere di iniziare un corso di lezioni di chitarra.
Il testo del brano
Questa è la storia di uno di noi
anche lui nato per caso in via Gluck
in una casa fuori città
gente tranquilla che lavorava
Là dove c’era l’erba ora c’è una città
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà?
Questo ragazzo della via Gluck
si divertiva a giocare
con me ma un giorno disse, vado in città
e lo diceva mentre piangeva
io gli domando amico, non sei contento?
vai finalmente a stare in città.
Là troverai le cose che non hai avuto qui
potrai lavarti in casa senza andar
giù nel cortile!
Mio caro amico, disse, qui sono nato
e in questa strada ora lascio il mio cuore.
Ma come fai a non capire
che è una fortuna per voi che restate
a piedi nudi a giocare nei prati
mentre là in centro io respiro il cemento.
Ma verrà un giorno che ritornerò ancora qui
e sentirò l’amico treno che fischia così, “wa wa”!
Passano gli anni, ma otto son lunghi
però quel ragazzo ne ha fatta di strada
ma non si scorda la sua prima casa
ora coi soldi lui può comperarla
torna e non trova gli amici che aveva
solo case su case, catrame e cemento.
Là dove c’era l’erba ora c’è una città
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà
La la la… la la la la la…
Eh no, non so perché
perché continuano a costruire le case
e non lasciano l’erba, non lasciano l’erba,
non lasciano l’erba, non lasciano l’erba,
eh no, se andiamo avanti così
chissà come finirà, chissà…