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Informazioni generiche sulla canzone La guerra di Piero
La guerra di Piero è una nota canzone italiana cantata e scritta da Fabrizio De Andrè (arrangiamento di Vittorio Centenaro).
Il brano è il titolo dell’omonimo singolo (il quinto, per l’esattezza) al cui lato B si trova La ballata dell’eroe. L’incisione è stata fatta nell’estate del 1964 (immatricolata però a settembre) presso lo studio Dirmaphon di Roma, con la diretta partecipazione del consulente artistico Carlo Nistri.
Con “La guerra di Piero” il cantautore genovese ritornò, tre anni dopo la prima uscita della “La ballata dell’eroe”, sul triste tema della guerra ispirandosi ad una figura a lui tanto cara: quella di suo zio Francesco, che ritornava dal campo di concentramento raccontandogli tristi esperienze.
Quando la canzone in esame fece la sua prima uscita rimase praticamente invenduta. Si dovettero attendere cinque anni – quando la protesta conobbe il boom con cantanti come Dylan, Donovan e compagnia – per ottenere il meritato successo.
In relazione a testo e accordi di La guerra di Piero, se non sapete come eseguirli potete decidere di iniziare un corso di lezioni di chitarra.
Il testo del brano
Sotto è riportato il testo integrale della canzone:
Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era inverno e come gli altri verso l'inferno te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero , fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso dei morti in battaglia ti porti la voce chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di giava ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire ma il tempo a me resterà per vedere vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura quello si volta , ti vede e ha paura ed imbraccia l'artiglieria non ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio Ninetta bella dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire dentro alle mani stringevi un fucile dentro alla bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi