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Informazioni generiche sul Vecchio frac
Il “Vecchio frack” (o “L’uomo in frack”, o “Vecchio frac”) è una famosissima canzone scritta e cantata da Domenico Modugno. Fu pubblicata nel 1955 dalla RCA italiana.
Il singolo contiene nel lato B il brano meno fortunato intitolato “Sole, sole, sole” (qualche ristampa riporta invece “E vene ‘o sole”).
Poco successo iniziale
Il Vecchio frac in tale periodo, nonostante l’importante ripubblicazione del 1960 della stessa RCA (questa volta la RCA Camden), non ottenne il meritato successo. Soltanto molti anni più tardi il brano fu rivalutato, tanto da diventare una delle canzoni più amate del celeberrimo cantautore.
Contenuti tristi
Il testo dell’Uomo in frac ha contenuti assai struggenti, scritti in una serie di metafore che alludono ad un triste fatto: un uomo vestito elegantemente che intorno alla mezzanotte, quando i rumori “si spengono”, passeggia da solo per le vie della città e poi, al giungere dell’alba, si vedono scorrere “galleggiando” sul fiume le sue cose più importanti – “un cilindro, un fiore, un frac”– segno evidente di un suicidio.
Come lo stesso Modugno ha più volte raccontato nelle sue interviste, il brano è ispirato dalla tristissima vicenda del principe Raimondo Lanza di Trabia (sposato con l’attrice Olga Villi) che nel 1954, non ancora quarantenne, si suicidò gettandosi da una finestra dell’Hotel Eden a Roma.
Problemi con la censura
Modugno ebbe problemi con la censura che non accettava il verso finale della canzone che canta «Ad un attimo d’amore che mai più ritornerà» poiché alludeva a contatti fisici e quindi da considerarsi immorali. La frase fu sostituita con «Ad un abito da sposa primo ed ultimo suo amor». Nelle interpretazioni successive, però, lo stesso cantautore continuava a cantare sempre la versione originale.
A prescindere dalla censura, altri versi furono cambiati per dissimulare il già troppo evidenziato suicidio: «chi mai sarà quell’uomo in frac» diventò «di chi sarà quel vecchio frac», evitando quindi di rimarcare il contrasto tra l’uomo in frac e quel nobile vestito che veniva “dolcemente” trasportato, insieme ad altre cose, dalla corrente del fiume nella parte finale del brano.
Le varie incisioni e i cantanti
La canzone ebbe in totale 6 incisioni con la voce dello stesso Modugno. L’ultima appartiene all’album “Io, Domenico Modugno “Inedito””.
Altre interpretazioni da prendere in considerazione sono quelle di Claudio Villa (1963), di Enrico Ruggeri (1984), dei Panoramics (1990), di Gabriella Ferri, di Riccardo Fogli (2004), di Nicola Arigliano (2008) e della band Tiromancino cantata in duetto con i Negramaro nel 2008.
In relazione a testo e accordi di Vecchio frack, se non sapete fare gli accordi potete decidere di iniziare un corso di lezioni di chitarra.
Qui sotto è riportato il testo integrale della canzone:
E’ giunta mezzanotte
si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna
di quel’ultimo caffè
le strade son deserte
deserte e silenziose,
un’ultima carrozza
cigolando se ne và.
Il fiume scorre lento
frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo
dorme tutta la città
solo va un uomo in frac.
Ha il cilindro per cappello
due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo
la gardenia nell’occhiello
e sul candido gilet
un papillon,
un papillon di seta blu
s’avvicina lentamente
con incedere elegante
ha l’aspetto trasognato
malinconico ed assente
non si sa da dove vien
ne dove và
chi mai sarà quel’uomo in frac (di chi sarà quel vecchio frac)
buon nuite bonne nuite buon nuite bonne nuite
Buona notte
va dicendo ad ogni cosa
ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato (maculato)
che randagio se ne va.
la la la la … la la la la
la la la la … la la la la.
E’ giunta ormai l’aurora
si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco
tutta quanta la città
la luna s’è incantata
sorpresa e impallidita
pian piano scolorandosi
nel cielo sparirà
sbadiglia una finestra
sul fiume silenzioso
e nella luce bianca
galleggiando se ne van
un cilindro, un fiore e un frac.
Galleggiando dolcemente
e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente
sotto i ponti verso il mare
verso il mare se ne va
chi mai sarà (di chi sarà),
chi mai sarà quell’uomo in frac (di chi sarà quel vecchio frac).
Adieu adieu adieu adieu
addio al mondo
ai ricordi del passato
ad un sogno mai sognato
ad un attimo d’amore che mai più ritornerà (ad un abito da sposa primo ed unico suo amor).
la la la la … la la la la…