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Dipingere mi emoziona

STEFANO BUSONERO IL PITTORE CHE NON VUOLE VENDERE I SUOI QUADRI

Il dipingere emoziona chi lo pratica

Dipingere paesaggi mi rilassa. Dipingere l’informale mi scarica. Realizzare l’astratto mi intenerisce. Raffigurare i fiori mi ossigena la mente. Eseguire marine mi affascina e mi fa naufragare … Dolcemente!!!!

Descrizione dei quadri

Il primo

021a5 Dominio

21) Il mio studio d’arte è molto piccolo ma ci sono dentro moltissime cose. Innanzitutto le mie opere che, essendo numerosissime, sono sparse per tutta la stanza, sulle pareti, in ogni angolo, giacenti sul pavimento, sugli scaffali, nei cassetti e moltissimi dentro le custodie dei CD.

Ieri, rovistando in un cassetto, mi è capitato in mano il quadro sopra raffigurato e, guardandolo non riuscivo a percepire l’emozione che a suo tempo registrai sul supporto di scheda telefonica.

Generalmente i protagonisti delle mie tematiche sono gli stati emozionali, gli attimi rubati nella quotidianità, figure fantasticamente elaborate con tocchi gestuali, esplosioni  ed implosioni di gamme cromatiche.

Tutto questo non aveva nulla in comune con quel pennuto raffigurato nella scheda. Una inquietudine mi stava inondando in pieno! Come era possibile che quel quadro non riuscisse a riportarmi indietro nel tempo ed indirizzarmi a quel particolare stato d’animo? L’inquietudine saliva ed ormai ero completamente in balia di essa …. allora ho capito!

Secondo

022A5 Ere

22) Questa è la rielaborazione a livello conscio di un  incubo subliminale: paleolitico medio, la  lotta per la sopravvivenza è durissima. La vita difficilissima, questa volta non riesco a riconoscere la mia identità, ho solo l’autocoscienza e  ragiono per immagini.

Ciò che segue deriva da ricordi figurativi, perché per quasi tutta la durata del sogno ero incapace di ragionare, non  perché dominato dal  panico, ma perché paura ma semplicemente perché ad un diverso stadio evolutivo.

Mi trovo  all’ingresso di una grotta non illuminata, forse sto riposando. Ad un tratto un grosso rettile nero si avvicina e mi  morde un gluteo senza farmi male, mi volto senza reagire, ne contemplo il corpo sinuoso, enorme, senza coda ed alla estremità opposta c’è un’altra testa, più grossa di quella le cui fauci mi hanno morso.

Guardo fuori e vedo un’immensa distesa verde, melmosa, nella quale  enormi, lunghi vermi strisciano in tutte le direzioni lasciando tracce profonde. Un vento forte e gelido agita  la  palude verde creando onde lunghissime e  dolci in sintonia con i movimenti dei vermi.

Il vento alimenta un piccolo incendio surreale, che sembra avere origine molto lontano, mentre è a pochissimi metri da me. Osservo l’incendio e, tra le fiamme, il cielo appare di un colore talmente intenso da confondersi con l’acqua, senza soluzione di continuità.

La distinzione tra cielo e mare è determinata dagli esseri che ci vivono,  un cetaceo rosso è immerso per metà nella parte inferiore del cielo, che cielo non è e per metà in quel mare, che mare non è. Uccelli  sembrano levarsi dal rosso dorso  del cetaceo  o dall’acqua, che, a sua volta,  si trasforma in un altro cetaceo che, dibattendosi mi spruzza di liquidi gelidi ho i brividi, ma per il freddo, non per la paura, poiché accetto come naturale quel luogo sconcertante.

Improvvisamente torna la  facoltà di ragionare ho coscienza di essere un essere umano, in un ambiente che mi è totalmente alieno ed avverto il mio crescente disagio.

Osservo il  cetaceo rosso, comprendo che  l’animale potrebbe essermi amico e proteggermi ma, adesso, razionalmente ne percepisco le difficoltà ed il pianto. in alto le fiamme  rosso vivo si trasformano in piccoli cuori che s’innalzano verso il cielo.

Recepisco tali forme come simboli dei nostri tempi , estranei a questo contesto temporale, abbasso lo sguardo e, finalmente percepisco l’immagine amica dell’occhio che pone  fine del mio incubo irradiando sentimenti di amore e  riportandomi alla calma.

Il terzo

023A5 Confronto

23) Le gallerie d’arte! Accidenti! Le gallerie d’arte non vogliono appendere i miei quadri alle loro pareti a causa della loro “troppo piccola dimensione”. In effetti hanno ragione!

Un bel quadro deve essere goduto in pieno, soprattutto nei momenti di relax, seduto su un divano. Molte delle mie opere, per essere decifrate, hanno bisogno di una lente di ingrandimento, talvolta di un microscopio vero e proprio. Sono incazzatissimo! Sento invadermi da un impotente senso di essere il vero protagonista! Non riesco a far apprezzare le mie opere pittoriche e mi sento una preda che può essere annullata in qualsiasi momento.

Reagisco decidendo di andare avanti lo stesso! Quindi mi dirigo verso il mio studio d’arte con la speranza che la mia emozione non si tramuti in qualcos’altro, magari incontrando persone a cui non si può fare a meno di sfuggire dalle loro chiacchiere.

Come al solito eseguo una frettolosa scansione dei colori e, come al solito, non trovo il principale colore dell’incazzatura, cioè il rosso. Non importa, vado avanti lo stesso per non perdere l’emozione ma sento ormai che qualcosa di nuovo incomincia a risalire dalla parte più profonda della mia mente.

Sento il rumore dell’acqua di un ruscello che scorre tra i sassi, il riverbero del  sole  che si smaglia sulla mia pelle e sui massi …. mi sento come  un piccolo essere dall’insolito colore che cerca di scaldarsi al sole… mi sveglio per un attimo e mi ritrovo a dipingere ….. dalle acque spumeggianti emerge il nemico di sempre, un essere strisciante! poco lontano qualcuno osserva, prudente,  la scena.

Preda e predatore si fissano per un lungo istante, poi il collo della biscia saetta in  avanti, afferra il piccolo essere ed improvvisamente si ritrae in preda a violente  convulsioni …….. quell’innocuo essere  è tale soltanto all’apparenza! Stefano ! Reagisci! Non ti scoraggiare! Vai avanti!

Quarto quadro

024A5 Metamorfosi

24) Come al solito, dopo aver dipinto un intero quadro senza il rosso, sento un bisogno viscerale di riportare sul supporto pittorico le calde gamme cromatiche, escludendo completamente i toni freddi.

Mi sento avvolgere dal silenzio di un fondale marino, la mia mente vi vaga armoniosamente, libera di spaziare. L’acqua, pur essendo fredda, trasmette un trasparente riverbero rosso fuoco.

Guardo intorno a me, perplesso osservatore passivo. Il liquido universo è in continua metamorfosi. Strani esseri che diffondono  il liquido rosso che  colora l’acqua mi superano, teneramente indifesi, tutto appare immateriale, immerso in una dimensione senza tempo.

Un numero mi martella incessantemente senza danneggiarmi. Il numero 4! Perché!

Il quinto

025A5 Metamorfosi

25) Mi trovo nel mio studio d’arte e sto avendo un momento di serenissimo relax leggendo la vita artistica di un grande pittore impressionista. Claude Monet, Impressionista degli Impressionisti, colui che ha creato la cattura dell’attimo emozionale fuggente. I suoi quadri mi caricano di energia, mi danno forza e mi incoraggiano.

Ho davanti a me le riproduzioni degli ultimi suoi quadri che raffigurano delle ninfee e sto godendomi uno spettacolo meraviglioso. Sento nascere dentro di me un qualcosa di indefinibile, come se fossi soggetto ad una strana metamorfosi.

In pieno corso di questa mia trasformazione, abbandono la lettura  dando il via ad una composizione sul solito supporto plastificato di 5,5 x 8,5. Uso il verde il blu ed il giallo e …. anche un pizzico di rosso.

Ecco l’opera portata a termine: acqua con il suo fruscio e le sue trasparenze,  ninfee, balene e tanto cibo per esse, il planton.

Sesto quadro

026A5 Meteore

26) Oggi sono stato a Roma  a visitare i Musei Vaticani che mi hanno provocato un effetto alquanto negativo. Ritornato all’Argentario, mi sono diretto subito nel mio atelier con l’intenzione di distruggere alcuni miei lavori.

Molti sono passati in rassegna e ne ho trovati una ventina che mi irritavano la vista: gli occhi non riuscivano a rimanere ancorati ai soggetti in essi raffigurati e lo sguardo cercava di sfuggirvi.

Ho preso il pennello ed un tubetto di grigio di scarso valore e, dopo averlo aperto, l’ho quasi svuotato sulla tavolozza. Con pennellate piene di rabbia ho iniziato a coprire tutto il primo quadro con il colore, proponendomi di fare la stessa cosa con gli altri diciannove. Mentre facevo questo ….. più pensavo alle opere di Raffaello e Michelangelo, più cresceva a voglia di coprire 21 quadri, 22, 23 …. tutti ……. e poi ancora chiedere ai proprietari dei miei quadri di togliere quelle tele imbrattate dalle pareti dei loro salotti.

Mi sentivo colpire la mente da mille meteore e io ero lì impotente, a riceverle tutte. Queste avevano una forza distruttiva inimmaginabile. Arrivato all’impossibile ultima idea, quella di convincere i possessori delle mie opere, mi sono fermato istantaneamente e, allontanandomi dal quadro mi sono accorto di non fare la cosa più giusta e razionale.

Avrei dovuto invece tradurre in pittura il sentimento di rabbia che ormai era divenuto insopportabile. Un occhio confuso che osserva le mie opere con disgusto e perplessità!

Ecco la tematica del quadro: un occhio in preda alle forze dell’universo, che vede nero e riceve le più nefande materie della natura.

Il settimo

027A5 Il sole è spento

27) Sono passati alcuni giorni dalla visita ai musei vaticani ma sono ancora scosso da essi, sentendo, dentro di me, la completa impotenza espressiva. Non ho preso più il pennello in mano. Tutto è diventato nero!

Quella luce che illuminava costantemente la mia mente si è spenta, il mio sguardo è diventato assente: non ho più voglia di studiare a fondo le cose. Tutto diventa piatto e senza colore …. è come se il sole si fosse spento!

Riporto sul supporto plastificato la mia orribile sensazione e, dopo aver dato l’ultima pennellata non faccio quello di cui sono solito fare, cioè godermi per alcuni minuti l’opera portata a termine ….. No! chiudo il mio studio artistico e vado a fare una lunga passeggiata.

Ottavo dipinto

028A5 Vulcano innevato

28) La mia mente è fredda! Non riesce più a generare. Il vulcano espressivo dentro di me è inattivo …. coperto di neve ….. piange …..

La mia mente ha bisogno di essere soccorsa …. nuova materia e nuova forza vitale deve entrare direttamente nella mia centrale creativa ….. la  mole poderosa del vulcano, con la sua debolezza, non domina più le tematiche, però qualcosa si sta muovendo.

Nei  suoi fianchi si aprono solchi ampi e profondi e crateri minori, la cima  è coperta di neve, che maschera il fuoco abissale,  più in basso, al terreno brullo si sostituisce la foresta ed a questa i fertili terreni vulcanici, irrigati dalle abbondanti acque di fusione delle nevi.

Poi, la terra comincia a tremare,  nubi sulfuree si innalzano dal monte , la neve si scioglie, ceneri e lapilli oscurano il sole, scende una notte innaturale, rischiarata solo dalle vampate  delle esplosioni e dalle colate di lava incandescente che  bruciano la foresta,  devastano le zone coltivate.

Il gigante sopito si è risvegliato!Nascono nella stessa giornata quattro opere! …. e mi piacciono!  Eccole qui appresso rappresentate!

Nono dipinto

029A5 Occhio

29) Il mio sguardo si dirige dappertutto, è penetrante e sveglio! L’occhio gira nella sua orbita in modo continuo e sistematico, cercando di portare all’archivio della mia mente tutte le sensazioni derivanti dal mondo esterno.

Un mondo popolato  da miriadi  di temi fluttuanti, vibranti, soggetti appartenenti alle più svariate specie vengono archiviati, cercano di fuggire per non essere catturati, li conquisto, li nutro, si moltiplicano, alcuni muoiono  in un cosmo traslucido in cui la lotta per la vita è furibonda. Adesso la mia finestra è aperta e scruto il cosmo!

Decimo dipinto

030A5 Sogno

30) Un sogno …… quasi un incubo ….. ma pur sempre pittorico:

Il fiordo  stretto, lungo, profondo  e serpeggiante dalla costa penetra nell’entroterra tra ripide pareti rocciose e scure foreste.

Nelle valli profondamente erose dai ghiacci il mare è penetrato formando segrete insenature che proteggono  gli insediamenti dai predoni che vengono dal mare. Lunghe navi eleganti si addentrano silenziosamente nel fiordo sconosciuto, mentre  la notte sta per finire…quando il pallido  sole primaverile fa scintillare le acque ne colpisce le vele …. un pastore le avvista dalle alture e si precipita verso il villaggio indifeso che si sta risvegliando, ma la razzia  ha ormai avuto inizio.

Chi oppone resistenza è ucciso, gli altri sono ridotti in schiavitù, il bestiame e le poche cose  di valore sono caricati sulle navi … quando il pastore giunge trafelato al villaggio alte fiamme si innalzano dalle capanne, il villaggio, la famiglia, gli amici, tutto è scomparso …. all’unico superstite non resta che radunare  le proprie bestie ed addentrarsi verso l’interno , per chiedere asilo e portare l’allarme ad un villaggio che sorge più all’interno, nella speranza che i feroci razziatori non  ne conoscano l’ubicazione.

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