Metamorfosi pittoriche
I dipinti, tutti di piccole dimensioni
La metamorfosi spesso mi colpisce indiscriminatamente, cambiando i miei orientamenti. La metamorfosi pittorica è sempre in agguato quando sto lavorando su una tela. Questa metamorfosi nasce dal fondo dell’anima e cammina subdolamente. La sento un poco alla volta e i miei quadri subiscono trasfigurazioni. Trasfigurazioni molto intense, notevoli, violente, desiderate. Prendo tela, colori, pennello e inizio a dipingere. Cosa dipingere non saprei! Ma inizio. Nasce la metamorfosi … pittorica.
91) Spesso mi domando quanto sia importante l’avvenimento di un processo, in più fasi, che dovrebbe caratterizzare la mia futura pittura (a sessantun anni penso ancora a questo!). Un processo che è poco spiegabile sinteticamente. La rappresentazione delle immagini in violento movimento, che cambia la mia arte pittorica da comprensibile raffigurazione, a pura azione esplosiva.
92) ognuno di noi ha dentro di sé la sua, più o meno grande, dose di aggressività. Può essere manifestata violentemente con il potere, con la forza fisica, con le parole ….. io preferisco scaricarla con la pittura …… e mi sento libero!
93) Spesso sento che la mia mente non riesce a connettere e mi accorgo che non è per povertà di idee, anzi …. le sento accavallarsi violentemente, travolgendomi ed annientandomi ….. una marea che sommerge le mie potenzialità e che impedisce di esprimermi …… la mia materia grigia viene dominata ….. l’arte mi mi aiuta!
Altre metamorfosi pittoriche
94) Lo tsunami di idee, che mi travolge, raramente riesce a terrorizzarmi. Può succedere tuttavia, che questa immensa quantità di rappresentazioni mentali entri in risonanza. A questo punto soltanto il pennello, la tela ed i colori possono aiutarmi. Quello che si trasferisce nella tela, alleggerisce la mia tensione e, alla fine della seduta pittorica, mi sento scaricato e calmo. Guardo l’opera e la vedo … accesa! Di fuoco! Metamorfosi pittoriche!
95) Acqua! Sento il bisogno di dipingere l’acqua. Non voglio dipingere immense superfici marine, ma l’essenza dell’acqua ….. sentirmi immerso …. inondato ….. e … dentro di essa ….. in simbiosi.
96) Sarà capitato a chiunque avere momenti di grandissima calma, interrotti bruscamente da un evento dall’impatto devastante.
Altre metamorfosi pittoriche
97) Che colore ha la tristezza? Come poter penetrare dentro l’espressione di un occhio triste? La pittura è una nobile amica: ciò che non riesco ad esprimere con le parole lo esprimo con i colori della mia tavolozza. Nei momenti di grande sconforto, il mio colore preferito è quello casuale! ….. e lo accetto di buon grado!
98) Il colore casuale è un ottimo integratore delle mie emozioni pittoriche. La disposizione dei colori nella mia tavolozza è sempre la stessa e talvolta, nei momenti più travolgenti, riesco a prendere i giusti colori senza neanche guardarla. Il pennello scorre sulla tavolozza con assoluta disinvoltura ed i colori vengono mescolati con la sola forza dell’istinto. La mia ragione si spegne ma il suo temporaneo naufragio mi rende felice.
99) Passo spesso da momenti di sicurezza a momenti di grande incertezza. Nel secondo caso divento gracile come un bambino e perdo la mia caratteristica: cerco sulla tavolozza i colori caldi per caricarmi con nuova energia ma mi accorgo di manipolarli ed attenuarli con sdolcinate sfumature: questa, la chiamo debolezza!
100) Dopo i momenti di impotenza espressiva, cerco sempre di escludere il colore che l’ha accompagnata. Avviene dentro la mia mente una trasfigurazione improvvisa che mi impedisce di conoscere l’esito finale dell’opera, cambiando il suo trend ad ogni istante.