Gli stili musicali nella chitarra spagnola (classica)
La chitarra classica, come quella acustica ed elettrica, può essere suonata in vari modi. Oltre a questa pagina, le pagine di questo sito si riferiscono principalmente alla chitarra classica. Questo strumento si suona con le dita (polpastrello o unghia) o con la mano (dita unite che colpiscono le corde per l’accompagnamento o per altri effetti sonori).
In questa pagina (sezione lezioni di chitarra classica) parliamo del tipico stile musicale “classico”. Non è detto, però, che la chitarra classica non si possa suonare con il plettro, usato normalmente nella musica di tutti i tempi ed in quella cosiddetta “afro-americana”.
Il caratteristico effetto timbrico si crea soprattutto per via del pizzico delle unghie della mano destra, che varia sensibilmente in base alla variazione dell’angolo di attacco delle dita sulla corda. Una mano libera da plettro, o da qualsiasi altra cosa atta a far suonare le corde, oltre al pizzicato, può arricchire gli effetti sonori con “rasguei” (o “rasgueadi”), tamburellamenti, stop improvvisi, che spesso troviamo nel Flamenco.
La maggior parte degli spartiti per chitarra classica sono stati composti per uno strumento solista (quello in cui il suonatore esegue insieme melodia ed accompagnamento) ma anche per duetti o trii. Più raramente troviamo partiture per quartetto ed orchestra di chitarre. Molto ricco è invece il repertorio per musica da camera, nonostante il suo raro impiego in orchestra. Per contro a questa ultima affermazione, la chitarra si usa spesso anche nelle orchestre.
Gli autori di partiture per chitarra classica
In passato ci sono stati diversi autori che hanno scritto musica per chitarra solista (o in duetto, trio o quartetto) e per chitarre e orchestra. Fra questi citiamo Mauro Giuliani (op. 30, 36 e 70), Ferdinando Carulli, Mario Castelnuovo-Tedesco (op. 99 in RE minore, op. 160 in Do maggiore, op. 201 per chitarre e orchestra), Joaquín Rodrigo (Fantasía para un gentilhombre, Concierto de Aranjuez, Concierto para una Fiesta,Concierto Madrigal), Heitor Villa-Lobos (Fantasia-Concerto per chitarra e piccola orchestra), Alexandre Tansman (Concertino per chitarra e orchestra), Manuel Maria Ponce (Concierto del Sur), Leo Brouwer, Stephen Dodgson.
I chitarristi classici
Per quanto concerne i suonatori di chitarra che hanno composto e stanno componendo la musica odierna, ricordiamo in modo particolare la cosiddetta “scuola chitarristica romana”, a cui faceva capo Mario Gangi (1923-2010). A quest’ultimo appartengono i “Venti Studi”, “Sonatina” e “La Ronde Folle”.
Altro compositore è Carlo Carfagna (nato nel 1940) con “Ritorno a Citera”, “Frammento”, “Orione” e “Scene Gentili”.
Di fondamentale importanza è il contributo di Angelo Gilardino (1942-2022) – compositore, storico della musica e didatta – morto recentemente. Ricordiamo i suoi “Concerti per chitarra e orchestra”, gli “Studi di virtuosità e trascendenza” e l’esistenza di sue tantissime partiture chitarristiche. Il Gilardino, ricercatore universalmente riconosciuto, tra l’altro, ha vinto anche quattro chitarre d’oro.
La normale chitarra spagnola (la classica) viene utilizzata anche in stili musicali come il Jazz (Duo Pat Metheny e Charlie Haden) e molto spesso per stili musicali come la “Bossa nova”. Per quest’ultima ricordiamo João Gilberto, Toquinho, Gilberto Gil e Caetano Veloso.
Trascrizioni per chitarra
Per quanto riguarda le trascrizioni per chitarra classica, esiste un vastissimo repertorio. Innumerevoli, infatti, furono i chitarristi-trascrittori che, fin dai tempi della nascita della chitarra, arricchirono i loro repertori con arrangiamenti e trascrizioni. Tra i più famosi ricordiamo Fernando Sor, Mauro Giuliani, Miguel Llobet, Francisco Tárrega, Andrés Segovia, Kazuhito Yamashita, Agustín Barrios.
Le trascrizioni realizzate per la chitarra, secondo gli esperti di stili musicali per questo strumento, sono tra le più belle e complete, mentre la corrispondenza delle frasi originali nella risposta strumentale è l’apice assoluto … e le chitarre diventano una piccola orchestra.
Giungono a noi le trascrizioni delle opere del compositore iberico Isaac Albèniz realizzate da Francisco Trarrega. Lo stesso Albéniz quando ascoltò la sua “Serenata” trascritta per chitarra da Tárrega si emozionò a tal punto da strillare con voce assordante che era proprio quella che aveva l’interpretazione da lui stesso concepita.
Famose sono le trascrizioni del Giuliani per le overture rossiniane e quelle del Carulli per Fortepiano e chitarra, esibite ancor oggi nei numerosi palchi a livello mondiale. Lo stesso Giuliani frequentava Gioacchino Rossini, che spesso gli cedeva le proprie partiture musicali, permettendogli nuove creazioni con toccanti trascrizioni.
Le trascrizioni chitarriste vengono tutt’oggi considerate delle vere e proprie opere d’arte. Queste, caratterizzate da gusto e ricercatezza, diventano “uniche” nel loro genere. Il famosissimo brano “Asturias”, riferimento generale fra i repertori chitarristici, è stato preso dal pianoforte, come anche i conosciutissimi Valzer di Chopin e di Poeticos.
Anche gran parte del repertorio di Bach, suonato dai chitarristi classici a livello mondiale è frutto di attente ed accurate trascrizioni. Infatti i maggiori chitarristi, odierni e quelli di altre epoche, sono e furono tutti trascrittori. Segovia, per prenderne uno fra i tanti del repertorio bacchiano, compose e esibì le proprie trascrizioni sui palchi di tutto il mondo.
Dalla forte volontà dei trascrittori di avvicinarsi al massimo alle opere originali, si svilupparono nuove tecniche chitarristiche innovative come gli “armonici” ed il “tremolo”, nonché il suonare con una, due o tre corde basse “scordate”, necessariamente portate ad un tono di comodo per l’esecutore.
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