Equilibrio coloristico: la natura è un equilibrio naturale di colori, ma il quadro è equilibrato soltanto quando il pittore sa bilanciarlo.
Differenza fra l’equilibrio coloristico della natura e quello del pittore
Nel mondo reale non esiste il problema dell’armonia di colori perché, questa, viene creata automaticamente dalla natura stessa.
Tutt’al più può esistere una questione di “gusto” nelle svariate composizioni che fanno parte della vita di ogni giorno: abbinare i colori dei nostri vestiti, arredare una casa, creare la coreografia di una scena, ecc.
Nel reale, qualsiasi sia la creazione compositiva, anche quella eseguita dalla mente meno esperta, avrà la giusta armonia coloristica, che potrà più o meno piacere all’osservatore.
Il pittore si deve preoccupare soltanto di rappresentare nel modo giusto ed equilibrato ciò che gli sta davanti.
Se la scena che gli sta fronte fa coreograficamente schifo, e lui vuole lo stesso raffigurarla, deve accettare il fatto che tale scena abbia già un suo equilibrio coloristico e che egli debba soltanto pensare a riprodurlo. Può realizzare una vera e propria opera d’arte anche con un soggetto che nel reale si presenta con scarsità di gusto!
Facciamo un esempio
L’equilibrio coloristico è il dare ad un oggetto la giusta dose di luce e di ombra. Prendendo in considerazione un solo oggetto la regola diventa semplicissima e palpabile.
Ammettiamo di essere trasparenti, di saper volare e di trovarci sospesi nel cielo in un buio profondo con una sfera in una mano ed una torcia elettrica regolabile nell’altra mano.
Se accendiamo la torcia e – regolando una bassa intensità di luce – la dirigiamo sulla palla, avremo una parte leggermente illuminata ed una parte completamente buia (nera). Se aumentiamo l’intensità di luce della torcia, avremo una parte della sfera più illuminata di prima ma con l’altra parte sempre completamente scura (cioè nera).
Aumentando via via la forza della fonte luminosa, avremo altre configurazioni, sempre più forti e ricche di contrasto (luce da una parte e il nero dall’altra). Da come abbiamo visto sarà necessario soltanto variare il chiaro per poter rappresentare il reale: la zona in ombra rimarrà comunque, e sempre, nera. Questo, cosa significa? Significa che potremo certamente usare soltanto il nero per le zone in ombra e rappresentare quindi qualsiasi oggetto del mondo reale, semplicemente senza definire l’interno della sua parte in ombra. È giusto? Assolutamente no!
Infatti, noi non siamo trasparenti! Il nostro corpo rifletterà la sua luce (influenzata dal colore delle nostre vesti) nella parte in ombra della sfera. La mano che la sostiene sarà illuminata e, quindi, rifletterà i suoi colori nella parte bassa ed in ombra della sfera, influenzando quel “nero”.
La sfera a sua volta influenzerà la mano che la sostiene irradiando riflessi dalla parte illuminata e proiettando l’ombra dall’altra parte. Quest’ultima (l’ombra) sarà addolcita dai riflessi del nostro corpo.
Concludendo questo articolo di premessa
Qui abbiamo preso in considerazione tre soli elementi. Immaginatevi quanto sia importante trovare il giusto equilibrio in un dipinto quando il mondo reale si presenta con tutte le sue risorse!
Lo stesso articolo continua nella pagina successiva di questo corso di Pittura, spiegando come equilibrare la colorazione di un dipinto.