Le mie opere microscopiche
Le sue opere sono dipinte con tecnica ad olio e si dividono in tre categorie: miniature, piccole miniature e miniature microscopiche.
Le miniature hanno dimensioni che vanno dai 30 x 30 ai 50 x 100 mm.
Le piccole miniature hanno dimensioni che vanno dai 10 x 10 ai 30 x 30 mm.
Le miniature microscopiche hanno dimensioni che vanno dai 10 x 10 mm scendendo fino alla dimensione di 0,25 di diametro (una superficie di 0,049 mmq) che corrisponde al quadro più piccolo da lui realizzato.
La tecnica di esecuzione è molto particolare. I pigmenti sono ad olio, i pennelli sono singolarmente delle sottilissime setole ricavate, dopo attente selezioni, dai pennelli più grandi. Le “tele”, dove egli stende il colore, sono generalmente di plastica, cioè il materiale delle schede telefoniche. Molto spesso l’artista dipinge dentro le crune degli aghi da sarta e sulle punte degli aghi di siringa.
Le opere sono dettagliate fin nei minimi particolari, come nei quadri di grandi dimensioni.
Le miniature microscopiche hanno dimensioni tali da poter essere osservate esclusivamente con l’ausilio di mezzi di ingrandimento come lenti e contafili e molto spesso con l’aiuto dello stereoscopio.
I soggetti sono generalmente Marine, Ritratti e riproduzioni fedelissime delle opere dei grandi Maestri dell’Impressionismo.
L’ATTREZZATURA per questo strano “corso di pittura”.
Innanzitutto occorre la materia prima, cioè la pittura che deve essere di prima qualità e molto raffinata. Si trova facilmente nelle botteghe di belle arti.
I micropennelli (micro pennelli) che non sono reperibili da nessuna parte e debbono essere fabbricati con tutto l’ingegno possibile. Occorrono molti aghi di siringa per insulina che conviene sempre comperare integri onde evitare infezioni nella eventualità di essere punti da essi. In essi si inserisce un pelo scelto di pennello o una minutissima piuma di un uccello acquatico. Per fare questo è necessario bagnare la punta dell’ago con la colla al cianuro (loctite).
Lo stereoscopio, che è un attrezzo indispensabile, e che non possiamo assolutamente farne a meno.
L’olio di lino che deve essere quello di prima scelta, così pure l’essenza di trementina.
I vari tipi di olietto, composti artigianalmente, che servono a rendere più generoso il trattamento della pittura.
Schede telefoniche esaurite che servono come tavolozza, e come base per apporre le nostre emozioni. Queste saranno le nostre “tele”.
Il colore va ingentilito con l’olio, con la trementina e con vari tipi di olietto a seconda delle esigenze, che dipendono da quelle del dipinto e da quelle dei pennelli, perché questi ultimi data la loro piccolissima dimensione sono di una delicatezza estrema.
REQUISITI PER DIPINGERE NEL MONDO DELLA MICROPITTURA (MICRO PITTURA)
Premetto che non ho la pretesa di dare corsi di disegno o lezioni di pittura. Sto soltanto illustrando curiosamente la mia tecnica.
Nel dipingere una tela di 5 x 7 mm. si provano le stesse emozioni che accompagnano la realizzazione di un dipinto su una tela considerata di normali dimensioni. Dico “considerata” perché secondo me, non esistono per l’uomo, impedimenti tecnici-spaziali fino alle dimensioni di pochi decimi di millimetro. I colori e le loro gamme cromatiche si possono creare in modo assai evidente, proprio come quando si dipinge un quadro grande, con la differenza che nella micro tela tutto diventa tecnicamente più difficile.
Analizziamo per ora tutti i requisiti che la tecnica di esecuzione richiede.
Quello che per prima cosa voglio marcare è che la vista da “occhio di lince” non è un requisito necessario; se c’é è meglio, come in tutte le attività, ma se manca, niente male perché il lavoro di messa a fuoco viene eseguito dall’indispensabile stereoscopio. Stereoscopio, non microscopio. Lo stereoscopio a differenza del microscopio, dà immagini reali di profondità e non stanca assolutamente gli occhi, neanche se ci si lavora per una intera giornata. Anzi mi azzarderei di dire che lo stereoscopio li fa riposare, evitando le continue messe a fuoco che debbono fare nelle normali mansioni di ogni giorno. Infatti con lo stereo, una volta messa a fuoco la tela, gli occhi non hanno più bisogno di correggere, come fanno con la lettura di un libro che normalmente quando viene letto, viene avvicinato ed allontanato dal nostro viso invitando gli occhi a reagire di circostanza.
Anche se si hanno dei problemi alla vista, si può lavorare benissimo con lo stereoscopio, perché questo è in grado di correggere diversi difetti di vista. Qualche problema può insorgere quando i difetti di miopia e presbiopia sono talmente accentuati che richiedono una registrazione personalizzata dello strumento per evitare che l’immagine venga sdoppiata. Una volta per tutte, dopo aver registrato la distanza dove avviene l’incontro delle due immagini percepite dagli occhi e spedite al cervello, il problema è risolto definitivamente.
Quello che si chiede nel cosmo della Micropittura, è la mano ferma. Tanto più è ferma la mano, tanto più belle e nette verranno le gamme cromatiche, gli stacchi ed i contrasti, i quali dipendono, non solo dagli accostamenti di colore ma soprattutto dalla – non invasione degli stessi negli stessi –. In altre parole se la mano trema mentre si esegue la colorazione, gli stessi colori si mescolano sulla tela togliendo contrasto, brillantezza e indebolendo la forza delle gamme cromatiche.
Come nell’esecuzione di dipinti di normali dimensione, così anche in quelli piccoli da me considerati normali a tutti gli effetti, il colore deve essere prima mescolato nella tavolozza, quindi steso sulla tela.
Ritornando alla mano ferma, cosa tra l’altro indispensabile, questa dovrà coordinare i suoi movimenti in configurazione di quello che gli occhi percepiscono attraverso lo stereoscopio, il quale cambia le distanze reali amplificandole più o meno a seconda della regolazione che noi facciamo durante la lavorazione. Dobbiamo, in altre parole muovere la mano, non a seconda dello spazio da percorrere che noi percepiamo attraverso lo stereoscopio, ma a seconda dello spazio realmente esistente, che è 5 – 10 – 15 – 20 – 30 – e qualche volta anche 50 volte inferiore al primo. Questa è la prima difficoltà da superare. Naturalmente si inizierà con pochissimi ingrandimenti, per raggiungere con il tempo quelli superiori e sfondare quindi con facilità i tetti che i nostri automatismi ci impongono.
Se non con il microscopio, a tutti noi è capitato osservare un paesaggio attraverso un binocolo, e, naturalmente saremo stati tentati di voler raggiungere con le mani cose che sembravano alla nostra portata, con la delusione di non poterle toccare: con lo stereoscopio si ha la stessa sensazione ma modo inverso. La mano che vuole raggiungere un punto lo sorpassa di gran lunga.
Agli inizi, purtroppo durante la lavorazione dei microquadri, qualcuno di essi andrà sicuramente perduto proprio a causa di questi movimenti ingannanti che portano un dito sopra il dipinto fresco cancellandolo letteralmente.
Altro requisito importante, è la calma. Non si può dipingere senza essa. La pittura generalmente distende i nervi e scarica le tensioni a chi la pratica, ma se non siete calmi non iniziate un microquadro perché le difficoltà si amplificano a 360 gradi. Se siete calmi state pure tranquilli, perché anche dipingendo l’infinitesimo, la calma non la perderete. La micropittura innervosisce chi non è calmo, ma distende ulteriormente colui che parte con la calma.
Altro requisito è il “credere” nella Micropittura, il credere cioè che un dipinto si può eseguire in tutti i suoi particolari anche quando si lavora su tele piuttosto piccole. Credere, che a quadro terminato, questo dia le stesse emozioni di un dipinto grande, è cosa indispensabile. Anzi sensazioni più profonde, perché avvenga la magia, quando il puntino appena visibile come tale ad occhio nudo si trasforma in un qualcosa da ammirare ed analizzare e, in qualcosa di vivo capace di sprigionare in noi sentimenti magnifici.
Se si inizia un microquadro con la convinzione che non serve a nulla, che non interesserà nessuno, che l’Arte si considera a metraggio o a peso, che non tutti siano in grado di osservarlo e, tante altre cose di questo genere, si arriva ad un punto tale che si decide di smettere.
Allora abbiamo detto, la mano, la calma e la fede nella Micropittura. Non serve altro. Naturalmente non serve altro, rispetto ai requisiti richiesti nella pittura di grande dimensione.
Il gusto nel colore, il senso della profondità, il senso della prospettiva del colore e delle forme, sono cose fondamentali che non devono mancare ad un artista.
La tecnica ed il disegno si possono imparare con le lezioni di pittura ed i corsi di disegno. Internet è invaso dai corsi di pittura, ma il colore dell’opera e l’eleganza del disegno, non può e non deve insegnarli nessuno!