Elogio all’arte
L’arte, in tutte le forme, è la vetta più alta che l’uomo possa toccare. Essa ti abbraccia dolcemente e ti avvicina alla Grande Natura. L’arte è l’essenza della vita: bevila! È un elemento essenziale. L’arte la faceva Michelangelo, Raffaello, Leonardo. La faceva Van Gogh, Monet, Renoir … Spesso mi faccio una domanda: Ma io … cosa faccio?
41) Ho bisogno di inventare! Ho bisogno di creare nuove figure! Medito e vengo improvvisamente investito da una strana sensazione che mi è difficile spiegare. Voglio descrivere il senso dell’umido! La mia mente è adesso libera di spaziare nel pieno della sua creatività ma le figure mi sfuggono sovrapponendosi l’una all’altra in una cadenzata e rallentata frequenza.
E’ come se queste creature si muovessero in un ambiente acquoso con alta concentrazione di sostanze vischiose.
I colori passano con naturalezza dai tubetti alla tavolozza, il pennello scorre deciso nella mescola dei pigmenti , le gamme cromatiche nascono senza nessuna logica razionale.
Quando esco fuori dallo stato emozionale non mi rendo conto di ciò che sono riuscito a creare. Il giorno dopo, guardandolo, mi domando: “ma che cos’è?”
42) Molto spesso mi domando perché l’uomo abbia voluto vivere in posti completamente privi l’acqua. La sete nel modo è oggi un problema che investe moltissimi milioni di persone. Ho provato ad immaginare un mondo fatto esclusivamente di acqua e l’ho tradotto in pittura.
Al termine dell’opera, mi sono concentrato su di essa ed invece di avere un conforto, la mia mente è sprofondata in un angoscioso vuoto abissale. Mi sono accorto che l’opera non è stata un prodotto della fantasia ma una triste realtà: cascate d’acqua belle a vedersi ma inservibili
43) Non ho perso tempo! …… Acqua! Si acqua! ….. Acqua che possa bersi. I miei pennelli prendono a scorrere freneticamente sul supporto. I colori sembrano mescolarsi tra di loro indipendentemente da ogni ragionevole valutazione, la mia mente partorisce senza razionalità.
Nascono delle gamme cromatiche che mai sarei riuscito a creare con l’applicazione delle regole. Fulmini, pioggia, tempeste, montagne e fiumi d’acqua che scendono a valle: la montagna approvvigiona l’uomo. L’opera è stata portata a termine! Sono soddisfatto.
44) Il cane è il miglior amico dell’uomo e viene talvolta rappresentato nelle mie opere. Ho voglia di scavare nel profondo del mio intimo, in quella parte nascosta dove vivono e si cozzano freneticamente le mie emozioni, cercando di tirarne fuori alcune, che purtroppo possono uscire soltanto con violenza.
Raccolgo tutto il materiale necessario alla seduta pittorica, che distendo alla rinfusa sul banco di lavoro e, intanto sento amplificarsi le mie emozioni. Faccio tutte le operazioni di preparazione, tranne quella di far riuscire i colori dai tubetti.
Inizio a meditare. Prendo il tubetto di azzurro oltremare, lo comprimo per farne uscire il colore ma mi accorgo che la mia razionalità non riesce a far sì che esca il colore strettamente necessario alla realizzazione dell’opera.
Con la stessa irrazionale sicurezza faccio uscire altri colori dalle loro varie confezioni, non accorgendomi di aver ormai perduto il controllo delle mie azioni. Prendo una vecchia scheda telefonica, la sgrasso bene con il diluente, l’asciugo ed inizio a distenderci il colore. Distenderci? No!
Il colore raggiunge il supporto in modo assai violento; il nero, il giallo di cadmio, l’azzurro oltremare colpiscono la superficie avida di colore, e poi ancora altri pigmenti che preventivamente si mescolano, non so come, sulla tavolozza.
La mia mente è entrata in simbiosi con la tematica stessa dell’opera che sta creando. Accorgendomi incredibilmente di aver terminato il quadro, mi allontano per osservarlo e mi dico: No! Questo quadro non l’ho fatto io! Come lo intitolo? Spensieratamente cerco il pennello “doppio zero” per apportare titolo e firma, ma non trovandolo, la mia mano va automaticamente alla ricerca di un altro occasionale pennello: non importa che sia più grande … ma non lo trovo!
Dove sono finiti i pennelli che ho impiegato per la stesura del colore? Non sono sul banco di lavoro, non sono vicino alla tavolozza, non sono intorno a me: Sono dentro il contenitore sul pianale dello scaffale ancora puliti ed asciutti!
Allungo la mano per raggiungerlo e quando l’afferro quasi mi scivola; guardo le mie mani e le vedo impregnate di colore! Arriva la sera e mia moglie mi ricorda che quella camicia e quei pantaloni, irrimediabilmente sporchi di colori di vario genere, sono da gettare via!
45) Manca ormai pochissimo tempo alla fine del 2005, il tempo è ancora gradevole e posso ancora dipingere senza tenermi vicino lo scomodo termosifone a rotelle. Mentre sono alle prese con un’opera già iniziata, mia moglie mi chiama con il cellulare per dirmi che ho ricevuto una e-mail dalla Telecom, la quale mi invita a partecipare ad un concorso di pittura. Si tratta di trovare uno slogan figurativo per la promozione del numero di servizio 1254.
Pur essendo contrario ai concorsi – soprattutto quelli i cui organizzatori chiedono soldoni – prendo sul serio la proposta e mi metto immediatamente al lavoro. Abbandono l’esecuzione di un quadro, la cui tematica è la balena, e incomincio a disegnare sul piccolo supporto, numeri su numeri, telefoni ed apparecchiature di comunicazioni.
Dopo un’ora mi accorgo che il quadro non prende la forma emozionale, che le gamme cromatiche mi toccano lontanamente, che tutto è ordine precostituito, quindi tutto è freddo, schematico ma …. perfetto! Dal momento che il quadro è perfetto continuo a dipingerlo ed a portarlo a termine. Perfetto! I numeri, i telefoni, il contesto …… tutto perfetto! Il giudizio di mia moglie ….. perfetto!
Ritorno nel mio atelier (il mio studio di pittura, che di atelier ha tutto, meno che l’ordine) e, nel percorrere quei pochi metri che mi separano da casa, avviene in me un’improvvisa metamorfosi. Perfetto! Il quadro è perfetto! Sicuramente vincerò il primo premio! Un quadro perfetto deve, per forza di cose, evidenziarsi dagli altri. Entro nello studio, porto gli occhi sul quadro rimasto incompiuto e vengo assalito da una carica di colori, capace di trascinarmi in un sogno cromatico indescrivibile.
Come ipnotizzato, prendo le forbici e, con gesti di rabbia taglio in mille pezzi il quadro perfetto, lo distruggo con gioia, lo getto nel cestino. Con i colori ancora freschi sulla tavolozza, riprendo a dipingere la mia balena, riprendo a stendere il colore che mi viene da dentro, scrivo, in maniera imprecisa, il numero 1254 e arricchisco il tutto con chiaroscuri che nulla hanno a che vedere con gli slogan Telecom. Gli appioppo un titolo che con il contesto del concorso non ha nulla in comune: salviamo la balena! Lo fotografo e lo invio all’ufficio concorsi. Vincerò soltanto il terzo premio. Non sono pentito di aver distrutto con gioia il quadro perfetto!
46) L’importanza dell’attimo! Quanto è importante un attimo nella pittura? Moltissimo! Monet, grande pittore, fondò il movimento impressionista proprio sull’importanza dell’attimo! Dipingeva l’attimo fuggente per non inquinare, con i suoi stati d’animo, l’emozione sprigionata dai colori del paesaggio che si trovava di fronte. Doveva catturare l’attimo fuggente e riportarlo immediatamente sulla tela allo stato puro, senza che fosse elaborato dalla sua mente.
Rifletto su questo benedetto attimo, tiro fuori i colori, preparo l’olio, la trementina, i pennelli e, pensando “all’attimo”, incomincio a stendere il colore sul supporto della scheda telefonica. Un mondo che viene colpito da un gigantesco meteorite, raffigurato un milionesimo di secondo prima dell’impatto … chi lo può fermare? Il quadro è terminato, lo guardo e naufrago in un mare che …… chiamarlo universo è poca cosa! Mi perdo … un mondo .. un attimo … la vita! Noooooooooooooooo!!!!!!!!
47) La mia specialità pittorica è la tecnica della miniatura, che mi ha portato, un poco per volta, a dipingere quadri sotto il millimetro quadrato di superficie. Mi sono accorto che, una volta superato ostacolo della misura, vedo possibile conquistare spazi ancora più piccoli.
Quando smetterò di rincorrere questo record? La dimensione non ha limiti! Facendo il ragionamento inverso, provo ad immaginare -sempre in spazi microscopici – grosse forme di vita …… mi sento salire i brividi …. li traduco in gamme cromatiche …….. il quadro mi colpisce senza limite, dandomi il colpo di grazia …… l’uomo, a confronto, si annulla!
48) Sento spesso parlare dell’influenza aviaria. Sarà una bolla di sapone, oppure è veramente cosa seria che deve destare preoccupazione? Come può essere rappresentata, nella pittura, una tematica di questo genere? Ma cosa è l’influenza aviaria? Un’invenzione delle organizzazioni farmaceutiche oppure la distruzione della vita nel pianeta? Possibile che il mondo sia appeso ad un filo, e per giunta, tenuto dal becco di un uccello?
49) A volte mi soffermo a meditare sulla cattiveria e sulla bontà umana. Cerco di metterle a confronto e vedo l’abisso. La realtà è, che esistono entrambi e, quello che mi spaventa è il fatto della relatività. Questo abisso ha davvero raggiunto il limite? Come posso saperlo?
Faccio il paragone con i poli di una calamita ed ottengo una risposta sola, accorgendomi che la distanza tra il male ed il bene è sottoposta alle leggi della relatività. La calamita può essere spezzata ma i poli rimarranno sempre uguali e contrari.
Nel mondo – volendo farlo più buono – rimarranno sempre le forze estreme che si metteranno a confronto ….. potenza distruttiva e pace …. il vulcano contro la colomba! …. mentre il mio occhio rimane perplesso!
50) Forme di vita! L’uomo che domina l’animale! Entrambi immersi nel verde! Il verde è la vita che alimenta la vita. Non distruggiamolo! L’occhio umano dovrebbe essere sempre vigile e pronto ad intervenire per proteggerli entrambi. Invece!