Dipingere la bocca: un organo sempre in movimento!
Come dipingere la bocca in ogni suo dettaglio
La bocca è un particolare difficilissimo da riprodurre, più difficile del naso e degli occhi. Questo perché ogni suo atteggiamento influisce in modo significativo sulla zona circostante e, molto spesso, su tutto il volto, rivoluzionandogli addirittura le dimensioni.
Preliminari per dipingere la bocca
Quando si parla di bocca da disegnare o da dipingere, generalmente, si pensa a due labbra chiuse, o aperte, da inserire in un volto già predisposto. No! Questo è errato!
Occorre prima di tutto decidere l’atteggiamento della bocca del modello e poi eseguire la realizzazione del ritratto. Se scegliete una bocca chiusa con un viso senza il sorriso, una volta disegnata la bocca, questa dovrà rimanere tale, senza subire altri cambiamenti, a meno che non correggiate le zone limitrofe interessate e talvolta l’intera caratteristica del viso.
Ogni piccolo ritocco di bocca richiede diversi ritocchi delle zone limitrofe. Se un labbro, in un certo momento ha quelle specifiche luci ed ombre, significa che gliele ha configurate la muscolatura circostante, che a sua volta ha una specifica conformazione dei quel dato instante.
Quindi la conformazione della bocca cambia da istante ad istante e, per ognuno di questi istanti, ci saranno altrettanti atteggiamenti del viso che giustificano quelli della bocca. Il miglior riproduttore risulterebbe quindi la macchina fotografica, perché cattura nello stesso istante tutta la configurazione del viso, e quindi, ogni zona giustifica l’altra.
Per dipingere una bocca dare importanza al volto
Ho usato il condizionale perché in teoria dovrebbe essere così. Fortunatamente il pittore non ha la possibilità di catturare insieme tutte le caratteristiche che ha il volto in un dato istante. La fotografia, essendo il prodotto di uno scatto di millesimi di secondo, è la riproduzione di un attimo, cioè una cosa statica.
Il modello davanti a voi è sempre in movimento
Il ritratto eseguito dal vero, ha armonia e vitalità, derivanti dalle svariate gamme cromatiche che cambiano istante per istante e dagli svariati movimenti ed atteggiamenti che il modello assume durante la seduta pittorica.
Il modello che ci sta di fronte ha miriadi di espressioni che vanno dal sorriso alla tristezza, parla con noi e si muove spesso assumendo i più svariati comportamenti. Tutto questo dovrebbe portare difficoltà al pittore, invece gli offre materiale prezioso per l’arricchimento espressivo del ritratto. In pratica, se un occhio è triste lo deve essere anche l’altro occhio, la bocca e tutto il resto del viso.
Tutto deve essere in sintonia
Se la bocca sorride, dovrebbero sorridere anche gli occhi, e, le guance assumere atteggiamenti affini. La fotografia è l’ideale per questo ma ha il problema della staticità. Venendo al dunque, se il pittore con molta abilità, riesce a catturare più stati d’animo conferendoli ai vari particolari del viso, il ritratto diventa narrazione, armonia e soprattutto movimento.
Concludendo
Naturalmente il pittore non deve esagerare nelle differenze. Esso può catturare un attimo di tristezza in un occhio, un attimo di nostalgia nell’altro occhio, un piccolo sorriso nella bocca, e altri atteggiamenti in un qualsiasi altro particolare del viso. Se lo fa nella giusta misura e senza esagerare, quando il quadro sarà portato a termine, l’osservatore, portando il suo sguardo in tutte le zone della tela, percepirà il movimento. Questa è una caratteristica di fondamentale importanza.
Il colore può essere il semplice color carne (la cui formazione è descritta in altre pagine di questa sezione di lezioni di pittura) con piccolissime aggiunte di rossi variabili dal carminio al cinabro, al cadmio ed ai vari rossi che debbono avvicinarsi al tipo di rossetto impiegato dalle modelle. Non si deve schiarire solo con il bianco, come pure scurire con il solo nero o blu, ma variare i vari toni … armonizzando il tutto.
Bellissimo articolo molto molto utile grazie