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Pizzicare la corda della chitarra con l'indice

Pizzicare le corde della chitarra

STEFANO BUSONERO IL PITTORE CHE NON VUOLE VENDERE I SUOI QUADRI

Il tocco pizzicato ed il tocco appoggiato

Pizzicare corde della chitarra: il pizzico alla corda della chitarra deve essere dato in diagonale ed il punto di attacco è fra l’unghia e la punta del polpastrello. Questa posizione non va bene per l’arpeggio che vuole un dito più arcuato verso l’interno.

Questo pizzico va bene per la melodia e può essere dato in due maniere:

pizzico e tocco appoggiato
Pizzico e tocco appoggiato:
  1. Pizzicare e proseguire ruotando il dito verso l’interno (pizzico che tira la corda allontanandola dalla cassa).
  2. Pizzicare e proseguire portando il dito a toccare la corda inferiore (pizzico che spinge la corda verso la cassa).

Nel primo caso si ottiene un suono più delicato (“tocco pizzicato”), nel secondo caso un suono più forte (“tocco appoggiato”).

Il primo esercizio da fare (solo come esercizio e non come esecuzione di un pezzo) è quello di piegare le dita una alla volta pizzicando la corda e continuando la corsa fino a toccare il muscolo della base del pollice. Una volta raggiunta la base lasciarlo cadere di nuovo giù. Farlo diverse volte anche impiegando il mignolo (più tardi si vedrà il perché).

Il dito che si appoggia alla corda inferiore
Il dito che, dopo il pizzico, si appoggia alla corda inferiore

Nella figura (sopra) si vede il dito che va ad appoggiarsi alla corda inferiore. Si raccomanda, nel tocco appoggiato di non forzare troppo il dito per dare più sonorità alla corda, ma di premere dolcemente la corda verso la cassa.

Una raccomandazione da fare durante lo studio del pizzico semplice  (ma non nelle esecuzioni!) è quella di far proseguire il dito fino a toccare il muscolo di base del pollice, ripetendo a se stessi: “questa è la direzione giusta” Vedi le cinque figure in basso.

Tocco appoggiato
Tocco appoggiato

Il tocco appoggiato può essere eseguito anche partendo con il dito arcuato in senso inverso come indicato nella posizione della foto sopra. Questo comporta però un cambiamento di posizione dell’intera mano destra  più marcato quando si passa da arpeggio a tocco appoggiato. Tuttavia il dito piegato in questa maniera non piace a molti chitarristi.

Il dito che si appoggia alla corda inferiore
Il dito che si appoggia alla corda inferiore.

Il pizzico del pollice sulle corde

pizzicare con il pollice
Il pizzico del pollice (pizzicare la corda con il pollice)

Per effettuare questo pizzico il pollice ha una sua particolare configurazione di posizione, che si ripercuote sul posizionamento dell’intera mano destra e del braccio corrispondente.

Come già spiegato in precedenza è bene spostare l’intera mano un po’ più verso il ponticello. Osserverete che avvicinandovi verso il ponticello il suono sarà più corposo.

Il punto di attacco del pollice alla corda non deve essere né soltanto l’unghia, né soltanto il polpastrello, bensì entrambi simultaneamente, cioè “unghia-polpastrello”.

Anche per il pollice esiste il tocco appoggiato. Basta proseguire il movimento del dito anche dopo il pizzico e raggiungere la corda sottostante.

Un utile esercizio per le dita

Un esercizio utilissimo per il pizzico delle dita indice, medio, anulare è quello di continuare il movimento del dito, dopo aver pizzicato la corda, e farlo arrivare fin a toccare il muscolo basso del pollice.

Attenzione a non confondere l’esercizio con l’esecuzione. In altre parole, durante l’esecuzione non dovete assolutamente portare il dito a toccare il muscolo basso del pollice. L’esercizio serve a meccanizzare la direzione esatta del movimento delle dita quando si pizzicano le corde.

L’esercizio vi sta sollevando seri dubbi?

Provate a fare questo esperimento (si vedano le cinque foto sotto riportate):  mettete a riposo la chitarra, portatevi la mano destra davanti agli occhi ed osservate attentamente la muscolatura dell’avambraccio.

Tenendo sotto controllo quest’ultimo portate, insieme, le tre dita (i, m, a) a toccare la palla muscolosa dell’attaccatura del pollice. Vedrete che l’intero braccio è completamente rilassato.

Provate invece a portare le tre dita a toccare il centro dell’attaccatura della mano al polso! Sentirete che non solo l’avambraccio è fortemente teso, ma tutto il resto dell’intero braccio fino alla spalla. Tutto questo deve portare a riflettere sull’importanza dell’orientamento delle singole dita verso la corda.

 terminare il pizzico
terminare il pizzico

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Per i due tipi di tocco esistono due inclinazioni leggermente diverse, cioè una per il tocco “tirato” (il semplice pizzicato) ed una un po’ meno inclinata per il tocco appoggiato (corda che suona essendo spinta verso la tavola armonica).

Le varie angolazioni

Tuttavia bisogna fare attenzione al tocco appoggiato che a sua volta ha tre diverse posizioni a seconda delle dita impiegate. Queste varie posizioni sono puramente individuali e dipendono dalla struttura delle stesse dita.

Una mano regolare ha il medio più lungo delle altre dita, e l’anulare più corto dell’indice. Quando per il tocco appoggiato si impiegano l’indice ed il medio, la mano ha una certa posizione, che deve risultare differente a quella di quando si impiegano l’indice e l’anulare oppure il medio e l’anulare.

Osservate le nocche che, da parallele rispetto alla cassa, devono prendere altre diversi orientamenti nelle varie combinazioni (i-m, i-a e m-a)  proprio per compensare la differenza di lunghezza fra le due dita.

Per capire bene questa inclinazione, impostate la posizione base del tocco appoggiato, poi immaginate come dovreste ruotare la mano se il dito più corto fosse ancora molto più corto di quello che effettivamente è. Naturalmente non esagerate perché la differenza di posizione è minima ed incide pochissimo sulla qualità del suono e sulla velocità.

Tuttavia proprio quel pizzico di qualità è velocità in più che conferisce prestigio al suonatore.

Altra cosa importante è la vicinanza delle dite le une alle altre, tanto da dare l’impressione che si sfiorino a vicenda. Questo aiuterà il suonatore a mantenere i polpastrelli (e le unghie) sempre a ridosso della corda, perché quando essi dovessero tendere ad allontanarvisi troppo si perderebbe la sensazione dovuta allo sfioro reciproco delle dita mettendo in condizione il musicista di ricorreggere i movimenti … accorciandoli.

Ripetizione e non ripetizione del dito che pizzica la corda

Il pollice è libero di pizzicare una corda e poi di ripeterne a piacimento il movimento in ogni melodia, mentre nell’arpeggio generalmente conviene alternarlo con le altre dita.

A proposito di quest’ultimo ci sono molto spesso casi in cui il pizzico del pollice deve essere ripetuto, anche e soprattutto, per acquisire una migliore memoria muscolare e quindi far distinguere la melodia dall’accompagnamento (ovvero il pollice si usa  per  il  canto e le altre tre dita per l’arpeggio).

Per le altre dita la regola generale è quella di non ripetere mai il pizzico con lo stesso dito, ma è opportuno ricordare che non sempre conviene rispettarla: ci sono casi in cui si deve scegliere se cambiarlo o ripetere il pizzico con lo stesso dito perché il passaggio ad un’altra corda a volte richiede tale riflessione.

La priorità è sempre quella di alternarlo, ma se la pausa – un po’ più lunga – lo consente, il dito deve ripetere il pizzico rifasandosi quindi nella migliore sequenza del prossimo gruppo di note.

La migliore sequenza è sempre quella che, al raggiungimento del cambio della corda (ad esempio dalla 1° alla 2°), fa trovare il dito indice predisposto al pizzico (se si impiega l’indice ed il medio), ovvero il dito medio predisposto al pizzico (se si impiega il medio e l’anulare), altresì l’indice (se si impiega l’indice e l’anulare).

Tutto questo ragionamento, naturalmente, verrà invertito quando invece si passa dalla 2° alla 1° corda. In tal caso il miglior rifasamento sarà quello che permette di raggiungere la nuova corda con il dito inferiore.

Domanda a bruciapelo con risposta in fondo alla pagina: aumentando di un semitono un intervallo giusto o maggiore che tipo di intervallo otteniamo? E se invece il semitono lo togliamo agli intervalli giusti o minori cosa otteniamo.

Vale la pena rompersi il cervello e calcolare ogni volta con quale dito bisogna iniziare un pezzo? La risposta è no!

Si può eseguire una scala con più estensioni (e cambi di corda) iniziando indifferentemente con l’uno o l’altro dito senza preoccuparsi di far coincidere quello “favorevole al pizzico” con la nuova corda.

Tale regola consideratela pure una vera e propria baggianata … a meno che … a meno che non si debba lavorare su due corde ove il pezzo da suonare necessiti che dopo il cambio di corda si debba ritornare alla corda precedentemente pizzicata. Soltanto in tal caso vi accorgerete di quanto sia sfavorevole raggiungere la corda con il dito sbagliato! Quando si incontrano tali ostacoli la cosa migliore è cercare di imparare il pezzo impiegando la stessa tonalità in posizioni diverse della tastiera … e ce ne sono! Si consiglia di leggere le tre pagine sulla velocità nel pizzico delle corde.

I pizzichi simultanei

Il pizzico simultaneo è quello che interessa più corde e più dita (tante corde per tante dita, cioè due o tre note simultanee).

Qui non esiste il tocco appoggiato e la modalità è esattamente quella descritta sopra.

Nel pizzicare le corde con due o tre dita fare fate attenzione che queste siano ben unite, ed osservate che la mano intera non contribuisca a tirare le corde. In altre parole la mano, ad ogni pizzico, deve stare decisamente ferma.

Provate gli esercizi nelle varie combinazioni delle dita.

Si veda anche Chitarra e tendiniti.

Risposta alla domanda a bruciapelo: Aumentando di un semitono gli intervalli maggiori o giusti otteniamo intervalli “aumentati”. Togliendo un semitono agli intervalli minori o giusti otteniamo intervalli “diminuiti”.

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