Ansia da prestazione del musicista: “più o meno” l’abbiamo tutti!
Vedi anche: Tendiniti del chitarrista – Pianificare lo studio della chitarra – Identificare le difficoltà
L’ansia da prestazione nel campo delle esibizioni musicali, detto anche Music performance Anxiety, si scatena nel suonatore in ben determinati momenti e, generalmente, precede un concerto.
È un fenomeno alquanto complesso ed articolato a cui si sommano fattori personali e contestuali. Questi ultimi, interagendo dinamicamente tra loro, creano una varietà di manifestazioni somatico-comportamentali e vissuti esasperatamente ansiogeni.
Ansia positiva e quella negativa
Occorre innanzitutto premettere che esistono due tipi di ansia, assai differenti tra essi, che si distinguono in “ansia positiva” e “ansia negativa”.
La prima si manifesta quasi sempre – del tutto sana, anche se talvolta con picchi più o meno alti – via via che si sta avvicinando il momento dell’esecuzione in pubblico ma scompare quando iniziamo a suonare. Essa ha una funzione adattiva poiché ci serve per capire quali sono i nostri limiti, le nostre difficoltà ed il modo di fronteggiarle.
L’altra, invece, è quella descritta nel seguito della presente pagina o, per una più meticolosa ricerca, nel sito web di Pamela Busonero alla pagina “disturbo d’ansia“.
Ansia del musicista
Ansia da prestazione del musicista: ogni suonatore – qualsiasi strumento suoni, sia da professionista che da dilettante – quando si esibisce in pubblico si accorge di essere impegnato in rapporti con gli ascoltatori che vanno al di là della semplice interpretazione del brano. Quindi, percepisce il sopraggiungere dei cambiamenti di stato emozionale.
Il dialogo psicologico
Anche il professionista più navigato, proprio mentre ostenta sicurezza durante le proprie esibizioni, si carica emotivamente perché il suo impegno, oltre quello di riprodurre una musica tecnicamente perfetta, è anche quello di trasmettere agli ascoltatori tutti gli aspetti psicologici del brano.
Tuttavia, il musicista, il miglior rendimento lo dà quando riesce a colorare la musica con i propri stati d’animo, quando cioè riesce a caratterizzare il brano con le proprie emotività.
Questo significa che emozionarsi prima di un concerto (durante e dopo) è cosa normalissima, purché la stessa emozione faccia sì che si apra un ponte dialogante tra musicista e spettatori.
L’ansia intrusa
Quando invece l’emozione si trasforma in qualcos’altro e, da ponte di dialogo diventa barriera di difesa, il suonatore incomincia drasticamente a limitare le proprie capacità, introducendovi elementi in diretto conflitto con le maniere interpretative.
L’ansia da prestazione non è mai positiva e spesso provoca danni enormi che incidono addirittura sulla carriera, anche di bravissimi musicisti.
A questo punto la domanda che viene spontanea è: “Come si generano ansia e stress?”
La Psicologia ci insegna che si tratta delle reazioni del nostro organismo al modo di percepire il mondo esterno nelle varie situazioni. In altre parole, se in casa mia eseguo perfettamente un pezzo di Chopin, io sono certo che in pubblico la cosa sarà nettamente diversa.
Non è detto però che sia per forza peggiore: l’emozione può arricchire o distruggere l’esecuzione. Nel primo caso il rapporto tra ciò che io credo di riuscire a fare e quello che credo necessiti fare, in una specifica situazione, è bilanciato: percepisco perciò la situazione come “parte integrante” … “di aiuto”.
Nel secondo, il rapporto diventa sbilanciato e la situazione viene percepita come “disturbante” … “stressante”. In questa fase gioca molto il ruolo della paura di essere giudicati o la difficoltà nel proporre il proprio “ponte di dialogo” nel siffatto contesto col pubblico.
O l’una, o l’altra cosa! Spesso però il tema dell’altrui giudizio pregiudica anche la seconda cosa e quindi il suonatore diventa preda di vortice auto-alimentato che lo manda letteralmente in tilt. Le dita incominciano a tremare ed il muro di difesa fa sì che vengano evitati gli errori che interessano solo la parte puramente tecnica … cioè che venga “salvata almeno la bandiera”.
Il perché di questo stress
Lo stress del musicista può anche nascere da conflitti interni rispetto all’obiettivo da raggiungere, come l’acquisizione di una propria identità professionale.
La modalità di approccio con il pubblico dipende perciò in gran parte dalle nostre aspettative, e spesso, nostro malgrado, ci dimentichiamo di essere effettivamente preparati e padroni dello strumento.
Anche le dimenticanze o le nostre credenze, quindi, possono essere auto-distruttive e ce ne accorgiamo quando vogliamo per forza raggiungere la meta … quando … inaspettatamente interviene “qualcosa” che ci rompe le uova nel paniere, facendoci miseramente fallire.
Tali credenze non sono razionalmente controllabili e, il più delle volte, non ne siamo consapevoli. Sarebbe più esatto dire che “tali credenze non sono razionalmente controllabili in quel particolare momento” perché possiamo cambiarle in separata sede e separato momento, cioè possiamo imparare il modo di percepirle per quello che effettivamente contano. Occorre perciò incidere sul nostro “software”, riconfigurandolo attraverso le varie tecniche che già da molto tempo ci offre la Psicologia.
Una valida tecnica contro l’ansia del musicista
Il Training Autogeno ed alcune tecniche orientali della meditazione possono modificare il nostro modo di approccio con il pubblico.
Queste pratiche insegnano innanzitutto a cambiare l’approccio con noi stessi. Imparare a fare bene le cose è giusto, ma imparare a non dare troppa importanza agli errori di “circostanza” aiuta molto.
Sbaglia quindi chi rende “ammissibile” l’errore fatto in casa propria ed “imperdonabile” durante le proprie esibizioni. Per rendere più chiaro il discorso, quel “circostanza” tra virgolette rende più o meno importante lo stesso errore … anche quello più banale.
Rimedi
Concludendo:
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Durante gli esercizi si prenda consapevolezza dei propri limiti e si cerchi, in vari modi e con una certa attenzione, di superarli.
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Sul palco ci si liberi da qualsiasi laccio e si faccia leva sulle risorse della spontaneità.
Quindi combattere l’ansia da prestazione significa imparare:
- ad essere perfettamente consapevoli della nostra risposta psico-corporea che si presenta prima di ogni esibizione.
- a non assumere un atteggiamento giudicante – anche in altri campi – verso di sé stesso e verso altre persone.
- ad esplorare con tutta l’anima i valori della musica e delle nostre conquiste da suonatore, imparando così a trascendere le regole, svincolandosi da giudizi e pericolosi confronti.
Concludendo
Come già scritto in altri articoli di questo mio corso di chitarra, il disagio dei suonatori relativo a questo tipo di fenomenologia è più diffuso di quanto si pensi. Risulta anche comune a conosciutissimi talenti del panorama musicale, tra cui non sono stati esenti né Luciano Pavarotti, né Chopin. Quest’ultimo, in una lettera a Liszt, lo informava delle proprie ansie da prestazione musicale.
Bibliografia
- Performance anxiety and the performing musician: a fear of failure or a fear of success? (L’ansia da prestazione e il musicista che si esibisce: paura del fallimento o paura del successo) Julie Jaffe Nagel, Ph.D., M.S.W.
- Forme dell’ansia e predittori di personalità negli artisti: uno studio sui musicisti. Colazilli, S. Napolitano, D. Martino – Studi Cognitivi (anno 2013)
- Craske, M.G. & Craig, K.D. (anno 1984). Musical performance anxiety: The three systems model and self-efficacy theory. Behaviour Research and Therapy (Ansia da prestazione musicale: il modello dei tre sistemi e la teoria dell’autoefficacia. Ricerca e terapia comportamentale), 22, 267-80.
- A systematic review of treatments for music performance anxiety. (Una revisione sistematica dei trattamenti per l’ansia da prestazione musicale) Danna T. Kenny (2005).
- Steptoe, A. (anno 1989). Stress, coping and stage fright in professional musicians. Psychology of Music (Stress, coping e paura del palcoscenico nei musicisti professionisti. Psicologia della musica), 17, 3-11.
- Personality and performance anxiety among professional orchestra musicians (Personalità e ansia da prestazione tra i musicisti d’orchestra professionisti). F. Langendörfer et al. (anno 2006).
- Yoga ameliorates performance anxiety and mood disturbance in young professional musicians (Lo yoga migliora l’ansia da prestazione e i disturbi dell’umore nei giovani musicisti professionisti). S. Khalsa, et al. (anno 2009).
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