Pagine correlate al ritratto : Prima di realizzare un ritratto – Prima di dipingere un volto – Dipingere gli occhi – Come dipingere il naso – Come dipingere la bocca – Come dipingere le orecchie.
Entriamo nel vivo del ritratto ad olio e dipingiamo:
Questo è il proseguo della pagina precedente, dove ho eseguito un disegno sommario del mio ritratto (vedi Pagina precedente). Sempre in questa sezione di lezioni di pittura ho spiegato come dipingere il naso, la bocca, le orecchie, i capelli.
Non mi piace dipingere su una tela vergine per non essere influenzato dal suo candore. Preferisco dare una prima imprimitura con colori di base.
Preparazione della tela: con i tre colori base ed un po’ di bianco stendo i colori sulla tela. Per avere una rapida essiccazione impiego i colori acrilici. Se queste grandi macchie di vivo colore danno fastidio per la realizzazione del quadro potrete scegliere di lavorare su una superficie a tinta unita, che sarà sempre meglio della tela bianca. Scegliete una tinta un po’ “neutrale”.
Tra una mezzora incomincerò a fare il disegno (vedi pagina precedente) e quindi ad aggiungere altri colori sullo sfondo.
Iniziamo a dipingere il ritratto
Il disegno con il pennello: Disegno direttamente con un pennellino (il n° 1) impiegando gli stessi colori acrilici. La mia preoccupazione per dipingere il ritratto, adesso, è soltanto quella di rispettare i chiaroscuri a prescindere dal loro colore. Disegno gli occhi, il naso, la bocca, il mento, l’orecchio sinistro (visto allo specchio), la mano destra (più grande per dare l’effetto prospettico … vedi pagina precedente).
La maglia la lascio con gli stessi colori della prima imprimitura. La parte sinistra del viso è illuminata, quindi enfatizzo le ombre sulla parte destra. Qui devo fare molta attenzione e quindi dare a queste la loro giusta collocazione, perché proprio questi chiaroscuri definiranno le mie forme. Questo è l’ultimo intervento della mia razionalità perché, nel momento in cui incomincerò la vera colorazione, smetterò di ragionare e mi affiderò esclusivamente al mio istinto coloristico.
Dare colore alle forme
Rispettando sempre i chiaroscuri dati in precedenza, mi diverto a stendere ricche gamme cromatiche sul viso con tendenze al blu, al verde, al giallo, al rosso ed a tanti tipi di grigio.
Per adesso non mi interessa l’equilibrio coloristico, ma soltanto l’equilibrio di luce ed ombra. Se volete potrete aggiungere altre tendenze, purché vengano accostate e non ammorbidite con la sfumatura (questa richiede un’altra tecnica non descritta in queste pagine). Anche nei capelli ho steso varie gamme cromatiche. In essi si possono notare le varie tendenze verso i grigi, verso il magenta, il verde, il blu. Questi colori faranno la loro parte quando saranno ricoperti da altri colori.
Intanto con questo sistema si raggiunge una tonalità globale “graduale”. È sconsigliato partire con una tela bianca perché i colori che ci sembrano tali, non saranno più tali quando tutto sarà coperto di pittura. Nelle pagine precedenti è stato largamente descritto il perché della pericolosità di lavorare sul candore delle tele vergini.
Ricerca della tonalità globale del dipinto
Incominciamo a pensare alla rifinitura del ritratto
Lascio essiccare il quadro e lo terminerò nella prossima seduta, quando il suo stato di essiccazione me lo permetterà.
Sono passati due giorni. Prendo il quadro e vedo che la pittura ha già raggiunto un buono stato di essiccazione e decido di portarlo a termine. Analizzo bene il chiaroscuro ed arrivo alla conclusione che lo sfondo dovrebbe essere più scuro. Analizzo il cromatismo e mi rendo conto che difetta di giallo. Come al solito, quando mi trovo a dover agire sul colore e sul chiaroscuro, preferisco sempre partire da quest’ultimo.
Incomincio pennellata dopo pennellata con la colorazione della parte sinistra, andando a degradare verso il chiaro quasi impercettibilmente raggiungendo la parte destra. Non schiarisco con il bianco ma con tanti colori. Ogni pennellata viene accostata all’altra ed è impercettibilmente sempre diversa. Faccio la stessa cosa con il rosso della maglia.
Senza aver toccato il viso mi accorgo che il suo colore è più vivo e che la sua plasticità è aumentata. Adesso sembra quasi che venga fuori dalla tela. È bastato scurire lo sfondo ed ed il ritratto ha preso una colorazione diversa. Questo naturalmente non mi basta.
Concludendo
Lo sfondo, più o meno, rimarrà tale e la maglia necessiterà di qualche ritocco, ma adesso devo solamente preoccuparmi di armonizzare il viso con l’intero contesto coloristico.
Devo stendere nel viso colori che non diano fastidio all’occhio. A questo punto la cosa migliore è quella di osservare bene i colori della realtà ed inserirli nel ritratto. Se questa operazione la facessi su una tela bianca, alla fine, quando tutto il quadro sarà completamente colorato, avrei dei colori sul viso che non corrisponderebbero alla realtà, perché influenzati sin dall’inizio dal bianco della tela.
Adesso seguo i miei istinti. Bastano poche pennellate sui capelli e poche pennellate nel viso. Un po’ di attenzione negli occhi ed ecco il quadro portato a termine. Lo osservo attentamente e vedo moltissime macchie di colore, gradevoli ma irreali. Allontano il quadro a 3 – 4 metri di distanza e mi accorgo che è vivo ed ha movimento. Mi basta questo … lo accetto.
Come realizzare il color carne
Nelle prime righe non ho voluto descrivere come ottenere il color carne perché nella pittura tutto è relativo.
Non esiste un color carne assoluto. Se prendete un quadro di Raffaello e cercate di fare quel color carne, sicuramente riuscirete dopo alcuni tentativi, ma non avrete risolto nulla. Quel color carne identico a quello di Raffaello, per essere tale, deve essere inserito nello stesso contesto raffaellesco, perciò non scrivetevi nessuna ricetta di color carne perché è superfluo.
Tuttavia esiste un color carne generico che fa riferimento ad una generica illuminazione (esempio, quella del sole) e potrete impiegarlo soltanto in quel contesto. Servirà a poco! …. comunque ….. prendete ocra gialla, mescolatela con un pizzico di rosso inglese, un po’ di bianco, un pizzico di carminio ed una puntina piccolissima di blu cobalto. In questa maniera otterrete il color carne per essere inserito in un contesto ….. poi dovrete cercare altre formule …. ma è bene farsi guidare dal proprio gusto, a seconda della tonalità che prende l’opera nelle varie sedute.
Vi accorgerete di un carnato che ha dei bellissimi effetti, dopo un cambiamento di sfondo o quanto altro lo circondi, potrebbe non piacervi più.