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Il Flamenco

Ritmi del Flamenco: Alegrias

STEFANO BUSONERO IL PITTORE CHE NON VUOLE VENDERE I SUOI QUADRI

Le radici del Flamenco

Il Flamenco, un genere musicale che nacque nell’Andalusia, non è soltanto un ballo o un semplice ritmo ma comprende una moltitudine di stili musicali che, a loro volta, ne comprendono tanti altri.

Sin dalla sua nascita la musica flamenca, le cui radici appartengono alla tradizione musicale dei Mori e degli Ebrei, subì largamente le influenze delle popolazioni nomadi.

Attualmente questo vasto e caratteristico stile è parte integrante della cultura spagnola.

Nel corso del XIX secolo il flamenco è uscito dai suoi territori di origine fino ad oltrepassare i confini della penisola iberica ed essere quindi rappresentato in ogni parte del mondo.

Gli stili del Flamenco (Palos)

Gli stili della musica flamenca si indicano con il termine “palos” e sono più o meno una cinquantina, anche se alcuni di essi oggi gli incontriamo raramente.

Ogni stile lo classifichiamo, a prescindere dall’area geografica, esclusivamente in base alle più importanti caratteristiche della musica. Queste ultime sono: il contenuto dei testi, la linea melodica, il ritmo, la tonalità ed i giri di accordi. Alcuni di questi palos, che derivano da altri generi musicali, si classificano come “aflamencados”. Il Fandango, la Sevillana e la Farruca – come pure i “Canti del Levante” – ne costituiscono un chiaro esempio.

La linea ritmica

Lo schema della linea ritmica – ma anche di quella melodica – del “palo”, con i vari battiti ed accentazioni che cambiano in continuazione, si indica con il termine “compás”.

Nella caratteristica rappresentazione di una scena flamenca (musica e ballo assieme) i chitarristi alternano assoli melodici (falsetas) e ritmici a brani armonizzati. Il tutto predisponendo – per l’appunto – il “compas” per la voce, a cui segue la danza e il caratteristico tamburellare dei tacchi (zapateados) quando si esegue la “escobilla”.

In alcuni palos si riscontra la presenza di strumenti musicali (gli immancabili cajon e guitarras) e dei ballerini. Altri palos, ove si rappresenta soltanto la parte melodica vocale, vengono chiamati “a palo seco”.

Molto spesso i suonatori riescono a conferire le loro emozioni agli astanti più sensibili coinvolgendoli direttamente nel “duende” (l’entrata, per l’appunto, in comunicazione emotiva tra spettatori e suonatori) delle scene.

Classificazione dei palos

Per quanto riguarda la classificazione di questi numerosissimi “palos” la questione diventa assai controversa. Tuttavia possiamo considerarli come appartenenti a due grandi categorie: “el cante chico” e “el cante jondo”, ovvero il canto piccolo ed il canto profondo.

Al primo appartengono generi leggeri come l’alegrias, la bulerias, il tango (tango flamenco del tutto diverso da quello latino), mentre al “cante jondo” appartengono palos ove si avverte sofferenza, tristezza e tragicità (petenera, soleares, seguiriya, ecc.).

Questi due grandi gruppi comprendono anche i cosiddetti palos “de ida y vuelta” (andata e ritorno: verso e dall’America) come la guajira, le cui sonorità tendono ad avvicinarsi a quelle latinoamericane.

Il modo musicale impiegato nella musica flamenca è generalmente il frigio dominante (si vedano le armonizzazioni delle scale di questo stesso sito).

Il flamenco, che ebbe origine come pura espressione popolare, si diffuse più tardi in altri ambiti con varie integrazioni. Oggi le scene flamenche sono rappresentate anche sui palcoscenici dei teatri e, spesso, vengono integrate anche nei concerti rock.

Le compagnie del Flamenco

Queste particolari esibizioni vengono eseguite dalle cosiddette “compagnie di flamenco”, nelle quali ogni artista ha un proprio ruolo. I principali ruoli sono quello del “cante”, del battito delle “palmas”, del “toque” (il chitarrista), delle percussioni (“cajon”). Il tutto – attualmente – integrato con strumenti musicali come il contrabbasso, il violino, la chitarra elettrica, il flauto traverso, ecc. Questi ultimi hanno fatto sì che oggi la musica flamenca contenga anche generi musicali come il pop, il jazz ed il rap.

È quindi assai probabile assistere a spettacoli con complessi musicali collegati al flamenco anche in grandi ritrovi come gli stadi ed i festival.

I palos derivati dalla Soleares sono: Soleà (la stessa Soleares), Alegrias, Bulerias, Alboreá, Jaleos, Polo, Caña e le Cantiñas (Caracoles, Alegrias, Mirabrás, Peteneras Romeras, Soleares, Romances, Zorongo e Soleà por Buleria).

Quelli derivati dal Fandango: Fandangos de Huelva, Fandangos abandolaos (Rondeñas, Verdiales, Jabera), Fandangos libre (Malagueñas, Granaínas, Media Granaína), Cantes de las minas (Tarantas, Tarantos, Minera, Cartageneras, Levantica, Murciana, Cantes de madrugá).

I derivati dalla Seguiriya: Livianas, Cabales, Seguiriyas, Serrana.

Derivati dal Tango flamenco: Garrotin, Farruca, Mariana, Tarantos, Tangos, Tientos, colombiana, Tanguillo, colombiana.

I derivati da “Ida y vuelta”: Milonga, Guajira, Vidalita, Rumba flamenca.

Altri palos sono: Sevilliana, Bambera, Campanilleros, Zambra, Nana.

Il Flamenco sul Rigo musicale

Assai difficile è la rappresentazione di questo genere musicale sugli spartiti a causa degli accenti e dei tempi, che cambiano in continuazione.

Ad esempio, la Soleares (Soleà), secondo la suddivisione tradizionale, è un “tre tempi” per due battute, a cui segue un due tempi per tre battute. Già questo è un particolare che crea una certa difficoltà … se poi si aggiunge il fatto che gli accenti cadono anche – e soprattutto – nei tempi deboli, la cosa si fa ancora più complicata: “Un – due – tre, un – due – tre” (per i tre tempi. Il grassetto indica l’accento), a cui segue “un – due, un – due, un – due” (per i due tempi).

Finalmente si è deciso di rappresentare queste cinque battute in un unico gruppo (quattro battute in tre tempi), ripetibile come in un qualsiasi tradizionale ritmo. Dal momento che 2 x 3 = 6 e 3 x 2 = 6, il tempo (Soleares, Alegrias, Bulerias, ecc.) può venire rappresentato in dodici battiti con accenti sul terzo, sesto, ottavo, decimo e dodicesimo movimento.

La melodia inizia dal primo battito e termina al decimo. L’undicesimo e il dodicesimo sono di attesa. Tuttavia occorre l’accento sull’ultimo movimento che viene dato dal chitarrista con un colpetto sulla cassa armonica.

Solo a scopo informativo si riportano qui sotto alcuni esempi dei ritmi citati:

Soleares

È simile all’Alegrias e alla Bulerias, ma più lento. Le terzine vanno eseguite con il rasgueo (si vedano anche le pagine successive: 113, 114, 115).

Ascolta il file audio della Soleares

Alegrias

L’Alegrias è un ritmo più veloce del Soleà e più lento della Buleria ma uguale negli accenti.

Ascolta il file audio

 

Rumba flamenca

In corrispondenza del primo e terzo tempo occorre che la mano batta un colpo sulla cassa della chitarra. Il primo colpo si dà nelle vicinanze del ponticello mentre l’altro, che ha due scopi ben precisi (smorzare il suono e battere sulla cassa armonica), si dà a sinistra della rosetta. Qui infatti si colpiscono in pieno (a palmo aperto) corde e cassa armonica contemporaneamente.

Quella presentata nelle due figure è una delle tante versioni della Rumba.

Scarica i file audio midi della Rumba flamenca e una variazione della Rumba flamenca

Rumba flamenca
Rumba flamenca: variazione

Sopra si esibiscono Findi (io) e Giocatore

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